Il cuoco di Maria Luigia

di Elena Bergonzoni

02_cuoco02Negli anni tra il 1816 e il 1847 un pezzo della fastosa corte di Francia sbarca poco lontano da noi: a Parma. Qui Maria Luigia d’Austria, donna raffinata e aristocratica, fa rivivere l’eleganza e lo stile della corte napoleonica. Maria Luigia (1791-1847), figlia dell’imperatore d’Austria Francesco I, per ragioni di stato sposò nel 1810 Napoleone I, a cui dette un figlio. Investita della reggenza durante la campagna di Russia, non s’interessò attivamente degli affari di governo. Dopo l’abdicazione di Napoleone, nel 1816 ricevette dal congresso di Vienna il ducato di Parma e Piacenza, modificando il nome in Maria Luigia d’Asburgo-Lorena. Indifferente alle lettere del marito scritte da Sant’Elena, fu sostenuta dai consigli del Conte Neipperg (che sposerà dopo la morte di Napoleone e dal quale avrà tre figli), e governò con lungimiranza e moderazione. La sua scomparsa fu pianta da tutto il popolo di Parma e Piacenza, che ancor oggi la ricorda con affetto e riconoscenza. Maria Luigia è seppellita a Vienna, nella cripta dei Cappuccini, insieme agli altri componenti della dinastia degli Asburgo: la sua tomba è sempre ornata da mazzetti di violette portati lì da chi ancora si sente affezionato alla duchessa. La violetta era il suo fiore preferito.
Dal 1870 a Parma la casa Borsari ne produce la famosa essenza: un imperituro omaggio alla duchessa. Da allora il tenue profumo di questo fiore è legato alla sua persona ed è divenuto per antonomasia il profumo che ci riporta ai tempi che la videro protagonista.
La duchessa Maria Luigia era colta e raffinata: parlava l'italiano ed il francese quasi meglio della sua lingua madre. Conosceva l'arte culinaria, il ricamo, la musica, suonava il pianoforte e dalla madre aveva ereditato il dono di una bella voce ed il talento di ballerina. Amava i fiori, la pratica del giardinaggio, la buona tavola. Sembra che la duchessa fosse particolarmente golosa di dolci, al punto da farsi inviare da Parigi i suoi cioccolatini preferiti. Collezionava acquerelli dei luoghi che visitava, oltre a quadri e sculture.

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Ottobre-Dicembre 2005 (Numero 2)

Acquerello di Loretta Bompiani, Palazzo Grassi

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