Le lettere le trovai venticinque anni fa, legate con un nastrino scolorito, nel cassetto dello scrittoio che fu della zia di mio padre, una delle figlie nubili di Marietta Leonelli e Costantino Franzoni. Si chiamava Elisa e con la sorella Luigia e il fratello Giovanni visse tutta la vita in Strada Maggiore, in un antico palazzo, in una penombra discreta e borghese, senza scosse. Solo il fratello più piccolo, Giuseppe, si sposò ed era mio nonno.
Nemmeno la guerra portò lontano le due sorelle. Il fratello Giovanni era già morto prematuramente e loro pensarono di andare sfollate in campagna. Prenotarono un carretto, fecero caricare alcune casse, qualche mobile. Salirono anche loro, ma a Porta Mazzini, in preda a un'angoscia incontrollabile, dissero al conducente di girare il cavallo e tornarono a casa, tra le grosse mura dove si sentivano protette.