Il cuoco di Maria Luigia

di Elena Bergonzoni


Alcuni degli oggetti appartenuti a Maria Luigia si possono ancora ammirare al Museo Glauco Lombardi di Parma. Il professor Lombardi (1881-1970) dedicò per l’intera vita le proprie energie al recupero, allo studio ed alla conservazione di quanto poteva rimanere sul mercato antiquario o nelle collezioni private dell’ingente patrimonio artistico e documentario della Parma ducale, per la gran parte destinato, nel corso del travagliato e complesso periodo dell’Unità d’Italia, a diverse residenze sabaude. Il museo raccoglie abiti, dipinti e svariati oggetti della vita quotidiana.
Abbiamo accennato all’attenzione che la duchessa poneva anche al cibo. Sulle preferenze gastronomiche dell’imperatrice di Francia troviamo notizie nei testi di Vincenzo Agnoletti, al servizio di Maria Luigia presso la corte parmense per un decennio. Romano di nascita, egli compì il suo apprendistato presso alcune case patrizie accanto al padre, capo credenziere per più di trenta anni della famiglia Doria Pamphili di Roma. Apprese l’arte della cucina da cuochi italiani e francesi e viaggiò l’Europa esercitando per vent’anni la professione di cuoco, prima di assumere l’incarico (1820 ca.) di credenziere e liquorista alla corte di Parma.
02_cuoco01Il suo primo ricettario, La nuova cucina economica, edito a Roma nel 1803, è un voluminoso trattato in quattro tomi che elenca in ordine alfabetico alimenti, preparazioni e ricette di diversa origine e natura. Nel 1834 Agnoletti pubblicò il Manuale del Cuoco e del Pasticciere, frutto dell’esperienza del suo lungo magistrato, dove l’autore segnala sia alcune tecniche di lavorazione degli alimenti, sia gli usi e costumi più consoni all’epoca. Particolare attenzione è dedicata alla lavorazione di ogni sorta di biscotti, sorbetti, e rosoli, svelando i segreti dei colori per decorare le paste.
Nel capitolo sulle minute (i menù), Agnoletti si inserisce nella polemica, allora in corso, tra gli addetti ai lavori riguardo la maniera di servire in tavola e all’opportunità di adottare il servizio alla russa, che proprio in quegli anni si andava affermando: il servire le tavole alla russa, con un piatto di cucina alla volta, trinciandolo fuori di tavola, è una cosa molto inconveniente, poco decorosa, ed il cuoco non figura nulla con il suo lavoro; onde io non solo non l’approvo, ma in Francia e Germania ancora non è sistema piaciuto, onde è inutile a parlarne.
Agnoletti al contrario era un forte sostenitore del servizio alla francese, ritenendolo più consono ai fasti di una corte imperiale quale quella di Maria Luigia.
Pagina:
Precedente 1 | 2 | 3 Successiva

Ottobre-Dicembre 2005 (Numero 2)

Acquerello di Loretta Bompiani, Palazzo Grassi
© 2005 - 2024 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑