In quella gente spaventata dalla minima eccentricità. che siano borghesi o proletari, pensare alle alienate eccita il desiderio e alimenta i timori. Sono affascinati e inorriditi dalle pazze. Ci resterebbero sicuramente male se andassero tutte a fare un giro nel reparto in quella fine mattinata.
Eccola lì. Sotto la specchiera dorata, sul ripiano del mobile tra ninnoli di diverso tipo, c'erano tre fotografie in cornici d'argento: al centro una più grande raffigurava i genitori a braccetto, sullo sfondo del Pantheon; nella cornice di destra, più piccola, c'era un suo primo piano; e in quella di sinistra, identica alla seconda, il primo piano di Paolo.
Carlotta trasalì. - Una danza con i cembali, avete detto?
La mente le si affollò di ricordi, riportandola a un pomeriggio d’estate trascorso a Villa Borghese.
Le popolane che agitavano freneticamente i tamburelli. La fatica per cercare di tenere il ritmo. La figurina eterea e fluttuante che il maestro aveva abbozzato su un taccuino, mentre lei era impegnata a ballare.
Appena il sipario rosso si aprì, il mondo reale che era intorno ad Ariel scivolò via ai lati della ragazza, come se fosse fatto di fumo o d’acqua, come se un drappo scolorito e strappato fosse stato rimosso da sopra le cose e un mondo più bello e più colorato di quello vero la afferrasse per il bavero e la trascinasse al suo interno.
I Goldbaum amavano collezionare la bellezza: mobili Luigi XVI di squisita fattura, dipinti di Rembrandt, Leonardo e Vermeer, e poi grandi dimore, ville e castelli in cui esporli. Collezionavano gioielli, uova Fabergé, automobili, cavalli da corsa e debiti di primi ministri. Anche Greta Goldbaum seguiva la tradizione di famiglia. Lei collezionava guai.
Vagava per i corridoi della biblioteca dell’università, in mezzo a migliaia di libri, inalando l’odore stantio del cuoio e della tela delle vecchie pagine, come se fosse un incenso esotico.