Le idee che scaturiscono da riflessioni sono destinate a evolvere nel tempo.
Ciò è fondante nei processi di cambiamento, nell’evoluzione dell’uomo in rapporto al suo tempo. Un procedere questo che si trova in tutte le realtà, dalla quotidianità individuale ai massimi sistemi, necessario affinché le radici della conoscenza non si inaridiscano portando inesorabilmente al nulla.
La vita associativa è ricca di fermenti creativi culturali percepita attraverso un sentimento di appartenenza che ci identifica in essa e con essa.
Per ognuno di noi ciò che accade e ciò che proviamo nel momento in cui condividiamo la vita associativa ha un significato e, perché si possa dare pienezza a questo, paradossalmente lo dobbiamo svuotare del suo contenuto affinché lo si possa vedere nel suo valore assoluto un involucro in grado di abbracciare tutti i significati, tutti i nostri significati. È per questo motivo che esigiamo un’etichetta, un titolo che rispecchi tutto e tutti, una parola che ci faccia sentire chiamati per nome.
Ma è proprio per il rinnovarsi delle idee, dei bisogni espressivi che vecchi nomi non sono più sufficienti, li sentiamo troppo stretti e matura così la necessità di un’estensione del nome, perché il significato di ciò che siamo sia ancora più pregnante per noi e per chi ci osserva.
8cento rappresenta quell’estensione necessaria per contenere le nuove creazioni del nostro sentire, un’estensione necessaria a contenere tutti i futuri risultati di infiniti processi creativi.
Riconoscere se stessi come individui può essere facile ma l’importante è riconoscere che sono individui anche gli altri. (Italo Calvino)
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