Gioachino Rossini

Curiosità e aneddoti su un genio della musica, e non solo...

di Gianna Daniele

Barbiere di Siviglia - vignetta (Miniatura 219x133 px)Durante la scrittura dell’ultima parte dello Stabat Mater, avvenuta a Bologna, alla richiesta di alcuni amici di aggiornarli sull’andamento dei suoi lavori, pare che Rossini rispondesse: Sto cercando motivi, ma non mi vengono in mente che pasticci, tartufi e cose simili!

Rossini era anche un grande appassionato di vini, ed oltre a gustarne le più pregiate specialità, conosceva nei dettagli i problemi inerenti la vinificazione e la conservazione del vino. Si narra che nel 1864 il barone Rothschild gli avesse donato della splendida uva e Rossini avesse inviato in risposta un biglietto di ringraziamento nel quale precisava che il vino in pillole non era fra i suoi preferiti. Il barone, capita l’antifona ed avendo apprezzato lo spiritoso biglietto, fece subito spedire al Maestro un barilotto del suo migliore Château-Lafitte.
Libretto-Opera IL BARBIERE DI SIVIGLIA (Miniatura 293x400 px)Un’altra passione di Rossini erano le sardine, in particolare le royan, provenienti dal golfo di Guascogna; il compositore Alberto Lavignac di tanto in tanto gliene regalava una dozzina. In una di queste occasioni il Maestro si raccomandò di non portargliele di sabato, giornata dedicata ai suoi ricevimenti, perché preferiva mangiarle da solo, a proprio agio e senza chiacchiere; al più, da buon marito, ne avrebbe offerta una a sua moglie Olimpia.

Quest’ultimo aneddoto ci dà lo spunto per tornare a parlare dei sabati a casa di Rossini, ed essendo già stati introdotti (v. Jourdelò n°9, gen-mar 2008) a cena a casa dell’illustre musicista, insieme a Dumas, abbiamo potuto avere un’idea dell’atmosfera che si respirava durante quegli eventi e della dotta conversazione che accompagnava tutto lo svolgersi della serata. Proviamo a vederli così come sono stati raccontati da alcuni dei suoi biografi.

Il sabato era per lui una giornata eccezionale, avendo la possibilità di invitare a cena sedici persone, mentre altre ne sarebbero arrivate più tardi. Gli invitati dovevano presentarsi in abito da sera e cravatta bianca, mentre Rossini non rinunciava mai al suo bel zimarrone e alla cravatta a più giri tenuta ferma dalla tradizionale spilla col medaglione di Händel. (Filippo Filippi, Musica e musicisti - Critiche, biografie ed escursioni, 1876).
A queste cene ogni rango sociale era rappresentato, ma pare che occorressero tre visti sul passaporto d’entrata: capacità di interessare o divertire Rossini, estrema deferenza verso la signora Olimpia (e questo era indispensabile), essersi distinti in questo o in quel campo. (Francis Toye, Rossini, 1959).


Immagini nella pagina:
Vignetta del 1847 per la prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia al Covent Garden (particolare)
Libretto dell'opera Il Barbiere Di Siviglia di fine secolo

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Gennaio-Marzo 2009 (Numero 12)

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Incisione di H. Adlard su disegno dell'architetto J. Oates
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