Giovanni Fattori: un pittore cronista alla prima Esposizione Nazionale di Firenze

di Chiara Albonico

Più o meno dal 1855 in poi Giovanni Fattori iniziò a frequentare un locale fiorentino alla moda, il Caffè Michelangelo, in via Larga (oggi via Cavour). Dai suoi tavolini passavano tutti i pittori giovani e meno giovani di stanza o in viaggio attraverso Firenze: Signorini, Cecioni, Altamura, Morelli giunto fresco fresco con le novità parigine, e si discuteva di tecnica e di stile. Soprattutto si discuteva del ton gris, ovvero l’uso di guardare ciò che si voleva ritrarre o dipingere riflesso in uno specchio annerito: in questo modo si eliminavano molti particolari, si vedevano attutiti i colori ma si leggevano molto meglio le luci e le ombre.

Giovanni Fattori Soldati francesi (Miniatura 219x97 px)Il nostro livornese, un po’ scontroso, quasi fiero della sua ignoranza della storia dell’arte che andava raccontando in giro pur sapendo che non era vero, ascoltava e faceva tesoro. Da uomo pratico quale era aveva bisogno di sperimentare quello di cui al Caffè Michelangelo si andava raccontando e discutendo, e così nel 1859 si recò al Pratone delle Cascine presso l’accampamento dei soldati francesi, acclamati quasi come un esercito liberatore. Finalmente poteva unire la sua ansia di vedere incarnata e presente la grande storia, la storia di una patria liberata e unita, con gli esperimenti in campo pittorico: era tutto pronto.

Da ora in poi verranno le tavolette con i Soldati francesi alle Cascine e i Soldati francesi del ’59, poi la Sosta di carabinieri e soldati del 1860, opere perlopiù di carattere militare, come d’ora in poi si vedrà spesso nei soggetti di Fattori, nelle quali viene tolto tutto ciò che non serve: tutto, tranne le macchie di luce e colore che costruiscono le figure e i paesaggi. I soldati, macchie di colore tutte uguali, con le loro tende bianche disseminate in un prato, erano un soggetto perfetto per sperimentare. Pochi colori, poca distrazione, una palestra ideale per il nostro giovane intraprendente che intanto tornava al Caffè e ascoltava ancora Gustave Moreau ed Edgar Degas di passaggio a Firenze.

Nel frattempo la Toscana veniva liberata. Partiti i Lorena, il 25 aprile 1859 fu costituito a Firenze un primo governo provvisorio, poi subito un secondo. Infine dal primo agosto si insediò il governo di Bettino Ricasoli, presidente del Consiglio dei Ministri, affiancato dall’Assemblea dei Rappresentanti eletti la quale, nello stesso agosto, ratificò la volontà popolare di far parte del Regno d’Italia. Il 17 ottobre dello stesso anno fu bandito un grande concorso per artisti toscani o Italiani residenti a Firenze da più di tre anni, chiamato poi Concorso Ricasoli: esso prevedeva, fra gli altri soggetti richiesti ai concorrenti, l’esecuzione di quattro dipinti rappresentanti episodi della guerra appena conclusa.


Immagine nella pagina:
Giovanni Fattori, Soldati francesi del '59, 1859, olio su tavola, 15,5 x 32 cm, collezione privata, Milano

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