Non una voce stanca e nostalgica, ma quella di un giovane, allegro e lievemente incantato, dovrebbe raccontare le avventure e gli avvenimenti che hanno portato al risorgimento dell’Italia. La favola bella di un tempo non lontano, quando i protagonisti erano quasi tutti giovani…
L. Villari, Bella e perduta, Laterza 2009
Questo racconto è di fantasia. I nomi e le circostanze generali sono vere.
Il bicchiere fu posato sul tavolo con forza: alcune gocce di Albana dolce, dal colore caldo e ambrato, schizzarono fuori.
- È possibile che non capisci? Non possiamo più aspettare, fra un po’ sarà il momento. Prima che arrivino i francesi, prima!
Al caffè degli Stelloni gli avventori sciamavano chiassosi nella quotidianità dell’aprile già mite.
- Sei sicuro dei francesi?
- Me l’ha detto quel frate, è certo.
- E allora sì. Deve essere una azione tutta nostra, fatta dal popolo bolognese.
- Fatta dal popolo bolognese e italiano!
- I francesi li chiameremo dopo, e ci assicureranno protezione.
- Dopo. Quel boia del legato e i suoi birri dovranno essere cacciati per sempre, Giò!
- Dài, bevi Luigi! Che poi ti farò sentire il mio moscato!
Due guardie passarono fuori, sul marciapiede, due sguardi le seguirono, silenziosi e attenti.
Il ragazzo dai capelli rossi sudava copiosamente, la camicia non più candida era tutta madida, alcune striature rosse la coloravano. Il corpo, seduto a cavalcioni della vecchia sedia, ciondolava. La mano grossa e callosa del sergente si abbatté pesantemente sulla sua nuca.
- Dài, parla! Boia d’un can! I nomi! Tutti i nomi, uno per uno. Lo sappiamo che non siete tanti. Se no, da qui non esci.
Immagine nella pagina:
Coccarda tricolore del 1794