Una storia di ragazzi

di Pierpaolo Franzoni

Luigi Zamboni (Miniatura 372x370 px)Lo stesso tizio poi, la risistemò nel fondo del pastrano e raccontò ai due giovani con un linguaggio misto di francese e italiano quello che le loro orecchie, da tempo preparate, volevano sentire.
- Hai sentito, Giò, l’albero della libertà. E i balli e le feste…
- E tutti che diventiamo cittadini, non servi, non sudditi!
- E i signori come te come faranno, poverini, senza più servitori? Signor marchese… signor conte… arciduca De Rolandis… - disse all’amico arrotando la erre, con una smorfia da presa in giro. I due si spintonarono a vicenda ridendo e finendo su un gruppetto di altri studenti, che schiamazzando se li rimpallarono da una parte all’altra all’interno del crocchio. Uno di questi esclamò:
- Viva l’uguaglianza! Viva la libertà! Viva le donne!

Luigi si voltò di scatto, strinse le labbra e gli occhi, tutti tacquero; si avvicinò a chi aveva gridato, gli appoggiò una mano sulla spalla e gli strinse forte il lembo del gilet.
- Non ora, santo cielo! - sibilò - Non ora…
Luigi aveva una riconosciuta e rispettata preminenza nel gruppo degli amici, come una autorità affettuosa: non era d’istinto un capopopolo, ma un trascinatore per necessità, per destino.
- Vieni, Giovanni, vieni, andiamocene.
Il giovane prese l’amico vicino a sé, col braccio destro sul suo collo gli si avvicinò al viso.
- Devo parlarti, ho una cassa.
Si avviarono dentro i vicoli della vecchia città, seguiti dagli sguardi del capannello che stava sullo slargo della strada.

Quel giorno, nel cortile del palazzo dell’arcivescovado, come ogni venerdì, i mendicanti, gli sciancati, i ciechi, le vecchie indigenti e qualche giovane male in arnese, che veniva dalle borgate fuori le mura, si assiepavano davanti a una certa porta del palazzo, da cui regolarmente usciva il canonico incaricato di distribuire l’elemosina.
- Il beneamato cardinale dispone anche questa volta, per sua bontà, la distribuzione delle decime, delle limosine, delle offerte, e altro, per voi fratelli sfortunati. Non spingete, calmi, in fila, in fila! Chierico, falli passare qui davanti uno alla volta - annunciò l’allampanato curiale, tenendo ben nascosto, con la sinistra dietro la veste, un sacchetto contenente parecchie monete.

Al secondo piano del palazzo, dalla finestra semiaperta, si poteva intravvedere una figura corpulenta che passava avanti e indietro indossando una cotta bianca sopra una veste rosso porpora.
- Caro reverendo, come la capisco! Nessuno più di me la può capire, tanto che tutte le sere prego per quei giovani senzadio. Ma lo sa qual è la verità? È che la colpa è delle famiglie. Quei padri, e quelle madri… devo dolorosamente aggiungere, nemici della santa religione! Odiatori del Santo Pontefice e del grave fardello che deve portare in questo periodo.


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Luigi Zamboni

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Ottobre-Dicembre 2010 (Numero 17)

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