Torino è la patria del cioccolato italiano. Sul finire del Settecento un torinese, Doret, inventa il cioccolatino. Lo stesso Doret inventa una macchina per lavorare il cacao, raffinandolo assieme a zucchero e vaniglia. Nel 1826 un altro torinese, Pier Paul Caffarel, darà vita allo storico marchio tutt’oggi simbolo di raffinatezza. Caffarel acquista una conceria e la converte in laboratorio per la produzione di cioccolato. La macchina automatica che utilizza è messa in movimento dalla ruota idraulica precedentemente in uso alla conceria. La lavorazione del cacao è ancora abbastanza grezza, ma grazie alle macchine automatiche si riescono a produrre grandi quantitativi (si parla di oltre 300 kg di cioccolato al giorno per ogni macchina) e quindi il cioccolato inizia ad essere un bene di largo consumo. Lasciamo per un attimo Caffarel, torneremo da lui visto che è uno dei nostri attori principali, per spostarci in Olanda.
Come detto la lavorazione del cacao non è ancora sviluppata. Dai frutti della pianta del cacao, somiglianti a meloni marroni, si estraggono i semi. Dopo una breve fermentazione ed essiccazione al sole i semi vengono macinati ottenendo la pasta di cacao.
Questa è quello che utilizzano Caffarel e tutti gli altri maestri cioccolatai sino a questo momento. Eccoci in Olanda, Coenraad Van Houten brevetta un metodo per dividere la pasta di cacao nei suoi due elementi: la parte grassa il burro di cacao e la parte magra il cacao amaro. Il burro di cacao ha una caratteristica molto interessante: solidifica a 20 gradi, e fonde a circa 36-37 gradi: la temperatura all’interno della bocca.
Questa caratteristica chimica fa sì che un suo uso sapiente dia i risultati deliziosi a noi conosciuti.
La separazione del burro di cacao permette la produzione di cioccolato sotto forma di barrette. Siamo nei dintorni degli anni 30 e in varie parti d’Europa inizia la produzione delle barrette, la terza forma del cioccolato dopo bevande e cioccolatini. In Italia le prime barrette sono prodotte dal bolognese Francesco Majani che nel 1832 inventa la famosissima scorza, ancor oggi prodotta con la medesima ricetta.
La famiglia Majani inizia la propria produzione dolciaria nel 1796 con il Laboratorio delle Cose Dolci di Teresina Majani e si impone sul mercato italiano di qualità nel 1856, quando Giuseppe Majani acquista (a Torino ancora una volta!) nuove macchine a vapore e incrementa ulteriormente la qualità dei propri prodotti: la famiglia reale Savoia nomina l’azienda Majani fornitrice della Real Casa. Aldo Majani, nominato nel frattempo Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, sarà poi l’inventore del Cremino Fiat nel 1911, vincitore del concorso per il lancio della Fiat Tipo 4.
Immagini nella pagina:
Marchi di cioccolata Caffarel e Majani