
Già da bambina correva fuori casa per guardare passare le diligenze che lasciavano Vienna, seguendole con lo sguardo fino a vederle sparire, così perlomeno raccontano gli amici di famiglia. Pare che il suo stesso precettore, il poeta Emil Trimmel (1786-1867), alimentasse questa sua precoce passione facendole leggere racconti di viaggi. Tuttavia i primi quarantacinque anni della sua vita trascorsero tranquilli dapprima a Vienna dove era nata nel 1797 e, dopo il matrimonio con l’avvocato Anton Pfeiffer nel 1820, a Leopoli, nell’attuale Ucraina.
Questa prima parte della sua vita è totalmente dedicata alla famiglia. Quando il marito perde la clientela per aver denunciato la corruzione di alcuni ufficiali, lei affronta la difficile situazione economica dando lezioni di pianoforte e di cucito. Nel 1833, torna definitivamente a Vienna con i figli ai quali può garantire un buon livello d’istruzione grazie all’eredità materna.
Soltanto nel 1842, ormai vedova e con i figli adulti, intraprende il suo primo viaggio: dal 22 marzo al 7 dicembre visita Istanbul, la Palestina e l’Egitto. Da allora non si ferma più. Nel 1845 è in Islanda e Scandinavia. Nel 1846, effettua il suo primo viaggio intorno al mondo passando da Capo Horn, cinque anni dopo il secondo passando dal Capo di Buona Speranza. Infine, dal suo ultimo viaggio nel Madagascar ritorna ammalata il 15 settembre 1858. Muore a Vienna il 27 ottobre dello stesso anno.
Spartana ed economa, Ida Pfeiffer affronta ogni viaggio con mezzi appena sufficienti. Deve spesso rinunciare a mete ambite (l’Australia, l’interno dell’Africa), ma la fama conquistata anche attraverso i libri che pubblica dopo ogni viaggio le permette di ottenere passaggi gratuiti su molte rotte.
Non possiede attrezzature speciali per raccogliere materiale eppure i musei di Vienna sono pieni di ciò che lei ha riportato, soprattutto piante, insetti e farfalle.
Non è un esploratrice alla ricerca di nuovi passaggi, territori ignoti o terre da conquistare. È solo una casalinga coraggiosa che affronta qualsiasi situazione con tenacia per pura sete di conoscenza. Come lei stessa sottolinea nell’introduzione a uno dei suoi libri,
bisogna essere animati da vera passione per i viaggi e avere un desiderio invincibile di istruirsi e esplorare paesi finora poco conosciuti.
Immagine nella pagina: Ida Pfeiffer nel 1856, poco dopo il suo rientro dal Madagascar