Erano per la maggior parte irlandesi, come dichiarava il loro vessillo, ma erano anche scozzesi, tedeschi, polacchi e persino italiani. Erano in maggioranza disertori dell’esercito degli Stati Uniti d’America, ma erano anche volontari arrivati dai territori contesi, e schiavi africani fuggiti dalle piantagioni. Morirono quasi tutti, in battaglia oppure fucilati o impiccati come traditori, ma alcuni sopravvissero e lasciarono un’eredità sia morale che materiale. Sono considerati eroi nazionali in Messico e in Irlanda, che li ricordano con monumenti e celebrazioni commemorative, eppure la loro storia è quasi sconosciuta al di fuori di questi due paesi. Ma è una storia che vale la pena di essere raccontata, perché quegli uomini che combatterono dal lato sbagliato della storia erano il Battaglione San Patrizio.
Nella prima metà del XIX secolo il confine tra Messico e Stati Uniti era molto diverso da come lo conosciamo. L’estensione della Repubblica Messicana era circa il doppio di quella attuale, e comprendeva i territori di quelli che oggi sono gli stati americani di Texas, Nuovo Messico, Arizona, California, Nevada, Colorado e Utah.
Tra USA e Messico non correva buon sangue, a causa di una controversia irrisolta sui confini. Il Messico sosteneva che il confine internazionale era rappresentato dal fiume Nueces, mentre gli Stati Uniti sostenevano che tale confine fosse delimitato dal Rio Grande, molto più a sud. Nel 1836 la ribellione dei cittadini statunitensi che si erano trasferiti in Texas, e la successiva proclamazione d’indipendenza della Repubblica Texana, peggiorarono ulteriormente la situazione.
Immagine nella pagina: Bandiera dei volontari Los San Patricios