La nostra Associazione, le attività che promuoviamo, gli eventi che realizziamo, ci permettono di entrare in contatto con preziose realtà bolognesi che ci onorano e ci spingono sempre più ad aprire le porte alla Cultura.
L’ultimo esempio ci viene offerto da Palazzo Segni Masetti, uno dei Palazzi Senatori più significativi della città e attuale sede di Ascom Bologna, il cui restauro, ultimato nel 2004, è considerato un felice esito di una grande operazione voluta e desiderata dal Presidente Bruno Filetti.
Nel maggio 2007 siamo stati ospiti del Palazzo Segni Masetti in occasione della conferenza stampa dedicata al Gran Ballo dell’Unità d’Italia - Ricordando Garibaldi, promossa da Ascom Bologna, Quartiere Santo Stefano, Museo Civico del Risorgimento e Archiginnasio. Ne siamo stati estasiati.
Già percorrendo il corridoio che dall’entrata su Strada Maggiore porta al Salone avvertiamo l’importanza del Palazzo, il cui nome deriva dalla famiglia Segni che dall’inizio del Seicento vi raccolse una superba collezione di opere d’arte. Vedendo le luminose volte della loggia e le brillanti colonne restaurate ci rendiamo conto della grande eleganza decorativa recuperata dai lavori di ristrutturazione.
Arrivati al primo piano la bellezza delle sale, la ricchezza degli affreschi, la meraviglia delle decorazioni ci lasciano emozionati e incantati. Entrando nel Salone d’Onore veniamo accolti da una bellissima volta affrescata con Bacco e le baccanti fra una folla di divinità, una grande composizione mitologica e allegorica del 1760 di Vittorio Bigari, acclamato protagonista del barocchetto bolognese, che la dipinse con l’aiuto di Giovanni Battista Alberoni, inventore delle prospettive architettoniche.
Pensiamo subito alla possibilità di realizzare un nostro Gran Ballo in costume ottocentesco. L’immaginazione vola, i pensieri si intrecciano subito tra le Danze, frammenti di Valzer e figure di Quadriglie… è già chiara la scena dei danzatori che si invitano, i carnet, i musicisti che suonano, le riverenze prima e dopo le danze.
Le pareti del Salone, che intorno al 1825 erano state arricchite da quattro affreschi dei Carracci trasportati a massello da Palazzo Magnani e purtroppo appesantite da cupe tinteggiature intonate al gusto ottocentesco, si presentano adesso con le loro tinte originali, marmo rosa per il basamento, marmo grigio variegato per le cornici delle porte, verde pastello per il fondo, soavi gamme cromatiche con leggere decorazioni che richiamano la volta affrescata.