Niki e Alix: un amore senza fine

di Ilaria Faraci

Nicola conobbe e frequentò altre donne in quel lasso di tempo, ma il suo cuore e il suo pensiero rimasero devoti a lei. 08_nick02

Superato ogni ostacolo, il 26 novembre 1894 divennero finalmente marito e moglie e, come desideravano da tanto, appartennero da quel momento solo l’una all’altro. Nicola, a differenza dei suoi predecessori, fu sempre fedele e innamorato e lei, dopo vent’anni di matrimonio, conservava ancora il vestito del giorno del fidanzamento e scriveva le lettere iniziandole sempre con un Mio amatissimo o Tesoro mio, Mio caro carissimo amore, Mio Tesoro profondamente amato e firmandole con Per sempre la tua affezionata mogliettina o Ti stringo teneramente al mio vecchio cuore amoroso e rimango la tua mogliettina.
Purtroppo questa non è una fiaba, è la vita. E come accade spesso nella realtà la loro sorte è stata più tragica di altre, perché si sono chiusi nel loro piccolo bozzolo, nel loro mondo incantato e hanno chiuso gli occhi.

Sui libri di storia c’è scritto che la loro unione fu benedetta dall’arrivo di cinque bambini, quattro femmine e un maschietto. Tutto sembrava essere così idilliaco e spensierato.

Come fecero a non sentire il rombo della rivoluzione che speditamente avanzava e che presto li avrebbe spazzati via tutti?

Alessandra si concentrò soprattutto sulla figura del marito, diventato subito prima del matrimonio zar autocrate e padre di tutte le Russie col nome di Nicola II. Lei non si rese conto di quanto era grave la condizione del popolo. Non si integrava con la corte e l’unico suo problema era che non riusciva a donare al marito l’agognato erede maschio. Quando finalmente Alessio arrivò, i suoi occhi non smettevano di sorridere. Ma presto i medici si accorsero che il bambino aveva ereditato proprio da lei una malattia molto grave: l’emofilia. Questa malattia, trasmessa dalla madre, portatrice sana ai figli di sesso maschile, consiste nel fatto che in caso di ferite esterne o interne il sangue non riesce a coagularsi e si possono creare vere e proprie emorragie mortali.


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Aleksandra Fëdorovna (particolare)

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Ottobre-Dicembre 2007 (Numero 8)

Sala dell'ebrezza, fratelli Muzzi. Palazzo Segni-Masetti, Bologna

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