Urbano Rattazzi

di Carla Bolloli

16_rattazzi01Urbano Rattazzi nacque ad Alessandria il 30 Giugno 1808, da famiglia agiata, proprietaria di vasti possedimenti agricoli nel territorio di Masio e nel tortonese. Figlio di seconde nozze del padre, ebbe un legame affettivo molto forte con la madre ed il fratello Giacomo.
La nascita avvenne in una bella dimora di Alessandria, dove è posta una lapide a ricordo, nella centralissima via Rattazzi, ma la famiglia trascorreva molto tempo nella dimora di Masio, dove è ancora forte il ricordo.
L’origine è antica e si presume lombarda, in quanto il cognome non è tipico dell’alessandrino pur essendo presenti molti cognomi zoomorfi.

Gli antenati di Urbano, dopo aver ottenuto ricchezza, sperarono molto in un titolo nobiliare che, invece, non venne mai. Urbano e il fratello Giacomo si rivolsero agli studi con successo al punto che il nostro divenne uno degli avvocati migliori del foro di Casale. Questo centro del basso Piemonte, nel secolo XIX, godette di giusta fama per la bellissima veste edilizia, la partecipazione alla vita politica e culturale delle classi sociali allora più importanti (nobiltà e borghesia), la frequente presenza dei sovrani sabaudi, la magnifica collocazione al centro del Monferrato, lussureggiante di vigneti e di castelli.

Urbano Rattazzi non solo si arricchì di amicizie, legate alla sua professione, ma pose le basi per la sua importante carriera politica.
In Casale infatti, spinto dagli amici, trovò i primi appoggi per porre la sua candidatura alle elezioni, conseguenza della sua presenza tra i firmatari di una petizione a Carlo Alberto per maggiori concessioni.

Venne eletto nel primo Parlamento Subalpino, come deputato della sinistra storica per il Collegio di Alessandria e, da allora, fu eletto per 11 legislature.
Fu eletto Ministro della Pubblica Istruzione tra luglio e agosto del 1848, periodo in cui ebbe anche reggenza dell’Industria, dell’Agricoltura e del Commercio, dal 1848 al 1849 fu Ministro di Grazia e Giustizia.
Dedicatosi completamente alla politica dove, peraltro, ottenne larghi consensi, accantonò la carriera forense ma mantenne stretti i rapporti con la sua città e il suo collegio.
Furono anche intensi i contatti con la sua famiglia (come appare nel bellissimo epistolario, curato da Rosanna Roccia) e con gli amici alessandrini, tra cui Domenico Buffa.
Non pensò al matrimonio, alla stregua di Cavour, in considerazione del grandissimo impegno politico e parlamentare.


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Urbano Rattazzi
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Aprile-Settembre 2010 (Numero 16)

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