...continua dal numero precedente
Per il conte di Montetristo, quella del Gran Ballo era l’occasione migliore per mettere in atto la sua vendetta. Si trattava di rendere pan per focaccia agli odiati cospiratori. Il sistema doveva essere lo stesso. Fornire loro delle informazioni sbagliate. L’errore fatale doveva avvenire durante lo svolgimento delle danze suggerite proprio da lui. La macchina organizzativa si mise in moto. Si fecero stampare le informazioni relative alle danze del conte delle quali alcune copie erano state alterate.
Fu incaricato il messo Giacc’ le Monat di recapitare le buste con le informazioni delle danze agli indirizzi degli invitati affinché si preparassero per tempo. Questi, mentre si dirigeva presso l’indirizzo del duca August de la Madlène che si trovava in campagna, oltre i possedimenti del barone Guid de Marzià, si fermò, come sua abitudine, per un breve ristoro alla taverna del Petit Cow Boy, di proprietà di un vecchio avventuriero, di dubbia reputazione, di ritorno dal nuovo mondo.
L’ignaro Giacc’ venne furbescamente coinvolto in una baldoria provocata ad arte da alcuni figuri entrati dopo di lui. Fu sufficiente un momento di distrazione perché qualcuno ne approfittasse per rovistare nelle sue bisacce, sostituire il contenuto di alcune buste e ripristinare la ceralacca. In disparte era seduto un misterioso viaggiatore che si trovava già all’interno della taverna da qualche ora. Era completamente avvolto in un pesante tabarro che gli copriva anche il volto. Di tanto in tanto, quando cambiava posizione, lasciava intravedere un tratto della barba che si sarebbe potuta confondere con il sottogola di un cappello militare. Il misterioso personaggio, dopo aver assistito alla scena della finta baldoria in tutti i suoi particolari, altrettanto misteriosamente se ne andò.