Le acconciature sono caratteristiche di un particolare periodo storico o di una zona geografica o di un popolo, tanto che può capitare, guardando un’immagine e osservando il taglio dei capelli o la pettinatura di chi vi è raffigurato, di collegarla immediatamente a uno di questi.
Nel Settecento, periodo ricco di fasti e sprechi, tutto doveva apparire e stupire fino a essere fonte di invidia. All’inizio del secolo, in prosecuzione di quello precedente, i capelli continuavano a essere acconciati con alte pettinature e scendevano sulle spalle solo due lunghe ciocche che, aiutate dalla cipria veneziana di Bortolo Lucadello data sul viso e morbidamente stesa fino ai capelli, donavano una particolare grazia alla persona. Anche gli ornamenti sui capelli non erano pesanti, unico vezzo un piccolo bouquet di fiori sulla parte sinistra della fronte. Come potete però immaginare, in questo secolo di eccessi non ci si poteva accontentare di una pettinatura simile e così tutta Europa fu ben felice di sposare la moda francese, che portò acconciature per noi sicuramente assurde e alte in modo inimmaginabile, anche 50 cm.
Ovviamente per sorreggere i capelli fino a quelle altezze vi erano delle vere e proprie impalcature fatte con materiali diversi tra i quali anche il filo di metallo e, proprio per proteggere le dame da un eventuale incidente, pare che a un professore universitario della città di Padova venne in mente di proporre uno speciale parafulmine.
Le curiosità in ogni caso non finiscono qui, perché queste acconciature ricche di ogni stranezza erano dei veri e propri teatrini in capo alle signore, che immaginiamo avranno avuto un eccezionale portamento per reggere queste costruzioni con eleganza e naturalezza. Ma provate a pensare cosa poteva succedere sotto una tal copertura quando i lavaggi non erano certo quotidiani. Solo in questo modo potrete capire che, per evitare insetti a spasso per il viso o svolazzanti in prossimità dei capelli, erano stati studiati dei piccoli contenitori contenenti sangue e miele che fungevano da attira-insetti e che venivano posizionati in cima a queste opere d’arte. Nonostante i tuppè avessero nomi strani e impegnativi, ci farà piacere sapere che in Italia vi era una certa moderazione.
Immagine nella pagina:
La principessa Sissi in una fotografia del 1867