
Dopo la ricostruzione storica della battaglia in Montagnola dell’8 agosto 1848, l’Associazione Culturale 8cento non può dimenticare una tappa altrettanto importante del Risorgimento bolognese e nazionale accaduta esattamente un anno dopo, l’8 agosto 1849: la fucilazione di Ugo Bassi, padre barnabita e uomo soldato, garibaldino e combattente. Quest’anno il tema del Gran Ballo dell’Unità d’Italia ruota intorno al mito di Ugo Bassi, alla sua vita avventurosa, alle sue gesta eroiche e alla sua morte tragica e gloriosa, e si sviluppa in due momenti: sabato 25 maggio in Piazza Carducci, dove viene rappresentato Bassi sia durante la battaglia a fianco di Garibaldi sia nella sua morte tragica; e domenica 26 maggio al Cimitero della Certosa, dove avviene la rievocazione della visita di Garibaldi alla tomba di Ugo Bassi. Il mito di questo personaggio bolognese, la sua dualità tra la visione terrena e spirituale emerge da alcune ricostruzioni di scene della sua vita, attraverso documenti, cronache, opere pittoriche e poemi che ci rimandano alla Storia, al passato, affinché possa restare ben impresso nella memoria e possa essere ancora vivo, oggi, nel 2013, grazie ai ricordi, alle interpretazioni, all’arte.
Fin da quando era giovane oratore barnabita, Bassi
con la sua eloquenza e dottrina, meravigliava tutto il popolo e molti forestieri venivano a Bologna per udirlo. Ogni giorno che predicava, la Cattedrale era sempre piena, le sue prediche erano sublimi, ricche di sensi patriottici e animate da parole d’amor di patria unite alle sacre e religiose. Non faceva mai uso delle argomentazioni comuni a tutti i polemisti, ma domandava gli argomenti al cuore e alla fede, e li esponeva con corretta favella, adoperando, a preferenza dei libri sacri e dei padri, le citazioni ed anche interi brani dei classici, come quando incominciò la predica della resurrezione coi versi del Manzoni:
Era l’alba, e molli in viso Maddalena e l’altre donne Fean lamento sull’ucciso
Immagine nella pagina: Ritratto di Ugo Bassi