In tutta questa baraonda nessuno sembrò accorgersi dei nuovi arrivati, nel frattempo sbarcati sulla costa dell’Eritrea; nuovi arrivati con grande fame di colonie ma, ahimè, con mezzi assai scarsi per conquistarle: gli italiani. Comandante della guarnigione di Keren era il Capitano Gustavo Fara che, avuta notizia dell’incursione dei dervisci, si mise subito in marcia per intercettarli, alla testa di un pugno di ascari del 1° Battaglione.
Purtroppo Fara arrivò troppo tardi per salvare il villaggio di Degà, obiettivo della razzia dei sudanesi, trovandolo completamente distrutto. L’ufficiale italiano non si diede per vinto. I suoi ascari erano coraggiosi e soprattutto veloci come fulmini e poteva ancora sperare di salvare le 400 donne e bambini presi prigionieri dai Mahdisti e destinati all’orribile sorte di essere venduti come schiavi. Quando all’alba del giorno dopo, il 27 giugno 1890, i dervisci giunsero ad Agordat, trovarono ad attenderli Fara con il 1° Battaglione ascari, saldamente attestato sulla collina di Itabarè.
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