Tutti i proclami della prima ora ribadivano la ribellione contro il potere temporale del Papa, ma nell’insieme è evidente il carattere composito dell’impresa, diversa per luoghi ceti e momenti, unita da un programma generico di libertà. Il Papa lanciò già in febbraio un appello agli insorti, cui si rispose con una
Orazione a Dio, da recitarsi ogni giorno dai buoni Romagnoli con la quale gli insorti ribadivano la loro fedeltà alla Chiesa.

L’ondata, capillare ma incapace di organizzarsi in moto unitario, si arresta già in marzo per l’intervento dell’esercito austriaco, invocato dalla Curia romana, che sgomina tutti i focolai di rivolta, a cominciare da Ferrara (6 marzo) e puntando al cuore su Bologna (21 marzo). La fase ha un seguito con il
Memorandum delle Cinque Potenze europee quale viatico lasciato al Papa (ufficialmente il 21 maggio) per suggerirgli alcune riforme indifferibili al fine di pacificare il rapporto fra stato e popolazione, stabilire un ordine civile dopo quello militarmente imposto. Questo promemoria verrà lungamente echeggiato nelle richieste al Papa delle Legazioni.
Di riflesso, il 1 giugno 1831, la Segreteria di Stato notifica che dopo l’amministrazione straordinaria con un unico Commissario si torna alle quattro Legazioni (Forlì è diventata autonoma da Ravenna) rette dai rispettivi Prolegati. Prove di ritorno alla normalità: il 15 luglio le truppe austriache lasciano ufficialmente lo Stato pontificio (però mantengono un presidio a Ferrara), e a garantire l’ordine nelle Legazioni restano solo guardia civica e guardia nazionale. Ma sono solo prove.
Dopo arresti, condanne e persecuzioni, è subentrata una fase di attesa, appunto fino a luglio. Nel confuso movimento di quei mesi, l’unica cosa che sembra legare i vari focolai di attesa o di rivolta è il linguaggio, già simile a quello delle successive sollevazioni che porteranno all’unità nazionale.
La parola chiave è
Libertà, ed esprime una collettiva attesa di riforme liberali, peraltro con tutta la deriva che il progetto poteva comportare, tra posizioni rivoluzionarie e riformiste variamente declinate secondo i luoghi e i tempi di questa convulsa stagione.
In luglio, appunto, la piazza delle Legazioni è molto animata, nonostante l’esperienza dei tanti malanimi indotti da contrapposizioni e infiltrazioni. Il Papa ha appena concesso (5 luglio) l’amnistia ai fuorusciti per motivi politici; le Legazioni romagnole gli rivolgono una richiesta di libertà e riforme. La Romagnola sottoscrive questa posizione di
suddito fedele, ma non si ferma qui: in settembre chiederà direttamente al Papa di essere separata dalla Legazione di Ferrara.
Immagine nella pagina: P. Delaroche, Ritratto di Papa Gregorio XVI, Castello di Versailles