In questo quadro si svolse una vicenda tutta bolognese. La mattina dell’otto agosto di quell’anno, a due settimane della cocente sconfitta piemontese a Custoza, nei pressi di porta San Felice, un drappello di militari austriaci ingaggiò quasi per caso, tra caffè e osterie, una scaramuccia con alcuni popolani del Pratello, i quali incontrarono la solidarietà degli abitanti delle vie Lame e Riva di Reno. In quel quartiere abbondavano le armi poiché lavandai e lavandaie ne facevano uso ricorrente per salvaguardarsi dai furti di biancheria loro affidata da cittadini abbienti. Tra vecchie povertà e nuovo patriottismo in poche ore prese corpo una vera e propria sommossa popolare che culminò, tra Porta Galliera e la Montagnola, con la cacciata delle truppe austriache. A sera i Bolognesi contarono una quarantina di caduti e oltre cento feriti.
Ebbe luogo così quello che rimane, seppur spontaneo, il più importante evento militare del Risorgimento bolognese. A loro modo anche i dominatori austriaci sentirono il bisogno di ricordare quell’evento, se è vero che l’anno successivo, rientrati in città, scelsero proprio la data dell’otto agosto per fucilare il prete garibaldino, eroe della Repubblica Romana, Ugo Bassi.
Dall’Unità d’Italia fino alla Prima Guerra Mondiale l’otto agosto è stata una delle più importanti ricorrenze civili della città. Per decenni, accanto alle tradizionali associazioni di reduci e di volontari, di ispirazione repubblicana-garibaldina, politicamente contrapposte a quelle di ex militari di ispirazione monarchico-costituzionale, furono protagoniste dell’otto agosto associazioni di popolani lontane da ogni politica militante ispirate dalle più illustri famiglie bolognesi, queste ultime abilissime fin dall’epoca delle rivalità fra guelfi e ghibellini nel ritagliarsi un loro spazio per il governo della città, assecondando e talvolta enfatizzando un diffuso sentimento municipalista.
Con il tempo la passione politica che da sempre contraddistingue e unisce i bolognesi produsse differenziazioni sempre più marcate. Differenziazioni si presentarono anche in occasione dell’inaugurazione del Monumento al Popolano alla Montagnola avvenuta il 20 settembre 1903, anniversario della breccia di Porta Pia e quindi data non gradita al nascente associazionismo cattolico né tantomeno al rumoroso movimento anarco-sindacalista e rivoluzionario che quel giorno sentì il bisogno di organizzare un contro comizio.
Immagine nella pagina:
Napoleone Angiolini, Il combattimento dell’8 agosto alla Montagnola, olio su tela, 1850 ca. Museo civico del Risorgimento di Bologna