L’Università dal XII al XX secolo

Tratto dal portale di Ateneo: www.unibo.it

di www.unibo.it

Nel 1158 quattro esperti di diritto, quattro doctores ritenuti allievi di Irnerio, cioè Bulgaro, Martino, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana vengono invitati da Federico I Barbarossa alla Dieta di Roncaglia per esprimere un parere sui diritti dell’Impero nei riguardi di altre entità politiche. Tranne Martino, gli altri tre si pronunciarono a favore dell’Impero. Essi dimostrano con glosse molto sottili che l’unica Legge è quella romana, affidata all’Impero. Come conseguenza Federico I Barbarossa nel 1158 promulga una Constitutio Habita con la quale si stabilisce che ogni scuola si costituisce come una societas di socii (allievi) presieduta da un maestro (dominus) che viene compensato con le quote pagategli dagli studenti.
L’Impero si impegna a proteggere dalle intrusioni di ogni autorità politica tutti gli scholares che viaggiano per ragioni di studio. Si tratta di un evento fondamentale per la storia dell’università europea. L’università diventa per legge il luogo in cui la ricerca si sviluppa liberamente, indipendentemente da ogni altro potere.

Dopo la morte del Barbarossa durante la terza crociata l’Università bolognese sopravvive al crollo del suo protettore. Il Comune cerca di controllare le societates ma per resistergli gli studenti si organizzano secondo la loro origine. A Bologna abbiamo i Citramontani (al di qua delle montagne, italiani ma non bolognesi, lombardi, toscani e romani) e gli Ultramontani (non italiani, viventi al di là delle Alpi, francesi, spagnoli, provenzali, inglesi, piccardi, borgognoni, normanni, catalani, ungheresi, polacchi, tedeschi, eccetera). Il XIII secolo è un’epoca piena di contrasti. L’università, tra mille difficoltà e inserendosi nelle dispute politiche dell’epoca, combatte per la propria autonomia, mentre il potere politico cerca di usarla come strumento di prestigio. In questi anni si trovano a Bologna più di duemila studenti.

Dal XIV secolo alle scuole dei giuristi si affiancano quelle dei cosiddetti artisti, studiosi di medicina, filosofia, aritmetica, astronomia, logica, retorica e grammatica. Dal 1364, viene istituito anche l’insegnamento di teologia.

A Bologna trascorrono periodi di studio Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Guido Guinizelli, Cino da Pistoia, Cecco d’Ascoli, Re Enzo, Salimbene da Parma e Coluccio Salutati. Nel XV secolo si costituiscono insegnamenti di greco e di ebraico, e nel XVI secolo quelli di magia naturale, cioè la scienza sperimentale. Il filosofo Pietro Pomponazzi sostiene lo studio delle leggi naturali malgrado le posizioni tradizionaliste della teologia e della filosofia. Una figura rappresentativa di questo periodo è Ulisse Aldrovandi che estende il suo contributo alla farmacopea, allo studio degli animali, dei fossili e di varie meraviglie di natura che raccolse e classificò.


Immagine nella pagina:
Unibo, Statua di Ercole presso il Rettorato a Palazzo Poggi, Bologna

Pagina:
Precedente 1 | 2 | 3 Successiva

Maggio 2016 (Numero 26)

Elab grafica sul documento: Comune, Governo, Registro Grosso, I vol, c.11r - Diploma di Enrico V del 15 mag 1116. Autoriz. n.1161 del 18 apr 2016 prot. n. 2425 cl 28.11.00.02/2 su aut. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑