Collezioni Comunali d’Arte: radici e identità

Pubblicato in Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, Edisai srl editore

di Carla Bernardini

È possibile immaginare come fino all’arrivo dei Francesi gli ambienti del primo piano si presentassero in una forma assimilabile a quella di una residenza principesca. Oggi si è persa in gran parte la percezione della fastosità e dell’ampiezza originarie, come della loro successione legata alle diverse funzioni, in particolare al piano nobile.

La sala da pranzo (anticamente del triclinio) fu privata dei dipinti commemorativi posti alle pareti. Delle varie vicende che interessarono la cappella degli Anziani si ricordano la decorazione ad affresco della volta, ad opera di Donato Creti (1695 ca.) e il trasferimento in essa della Madonna del Terremoto di Francesco Francia nel 1665, prima della collocazione attuale in sala d’Ercole (dove troneggia il monumentale Ercole di Alfonso Lombardi risalente al 1519). La Galleria del Gonfaloniere, affrescata da Giovanni Antonio Burrini nel 1690, è ancora oggi frazionata in uffici e non visitabile al pubblico. La stessa Galleria del Senato (oggi sala del Consiglio Comunale), una delle testimonianze più importanti del quadraturismo bolognese, decorata da Angelo Michele Colonna e Gioacchino Pizzoli (1677), raramente è percepita nella sua reale importanza storica e artistica benché conservata nella sua originaria estensione spaziale.

Allo stesso piano la Cappella Farnese, affrescata da Prospero Fontana, teatro delle celebrazioni per l’incoronazione di Carlo V nel 1530, e la sala omonima rievocano la presenza dei pontefici e dei legati pontifici nella città, e conservano nella denominazione il ricordo della famiglia cui appartenevano papa Paolo III, e il committente del ciclo decorativo, il cardinale Girolamo Farnese.


Immagine nella pagina:
Palazzo D'Accursio, Sala d'Ercole, Bologna

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Maggio 2016 (Numero 26)

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