Collezioni Comunali d’Arte: radici e identità

Pubblicato in Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, Edisai srl editore

di Carla Bernardini

Il revival neobarocco e neosettecentesco degli anni Trenta del Novecento aveva contribuito a recuperare quell’antica idea di galleria pubblica che era già presente nell’età dell’Illuminismo. Negli anni centrali del Settecento fu realizzato su committenza pubblica l’importante ciclo di soggetto paesaggistico e storico di Bernardo Minozzi, sopravvissuto solo in parte al primo piano.

Con la soppressione delle magistrature cittadine seguita alla conquista francese (1796) il palazzo era stato irrimediabilmente spogliato di ricchissimi arredi, argenterie e suppellettili oltre che di importanti opere d’arte. A Restaurazione avvenuta, almeno due fattori contribuirono a far sì che non si riproponesse quella concezione del palazzo come luogo della memoria storica e dell’identificazione civica avviata quasi duecento anni prima: la sua prevalente identificazione come palazzo apostolico nei decenni centrali dell’Ottocento e l’esistenza di una Pinacoteca presso l’Accademia delle Belle Arti, dedicata alla celebrazione della scuola bolognese. L’identità politico-amministrativa del complesso monumentale pubblico avrebbe avuto un naturale sopravvento con l’insediamento successivo degli apparati burocratici del nuovo stato unitario.

Nello stesso momento il polo conservativo e della salvaguardia del patrimonio e della memoria storica e civica acquistava compattezza nel vicino palazzo dell’Archiginnasio, annesso alla biblioteca pubblica, e in seguito anche nel contiguo palazzo Galvani, sede del Museo Civico. L’imporsi di questo sulla scena cittadina (1882) avrebbe fatto sì che questo nuovo polo museografico e conservativo per molti decenni restasse unico contraltare di quello nazionale in via Belle Arti (Pinacoteca-Accademia). Tutto ciò non ha mancato di riflettersi nella vita novecentesca delle Collezioni Comunali d’Arte col prevalere del concetto di galleria arredata, tarato su funzioni di rappresentanza più che sull’idea di un’entità strutturata museograficamente.


Immagine nella pagina:
Guido Reni, Pallione del voto, Pinacoteca Nazionale di Bologna (particolare)

Fine.
Precedente 1 | 2 | 3 Successiva

Maggio 2016 (Numero 26)

Elab grafica sul documento: Comune, Governo, Registro Grosso, I vol, c.11r - Diploma di Enrico V del 15 mag 1116. Autoriz. n.1161 del 18 apr 2016 prot. n. 2425 cl 28.11.00.02/2 su aut. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑