Scheda: Antonio Muzzi

La cacciata degli austriaci da Porta Galliera l’8 agosto 1848

di Chiara Albonico

Poi Antonio Muzzi mise un tocco personale del quale i Bolognesi dell’epoca, e noi oggi, siamo grati. Non gli sarebbe bastato raccontare una battaglia, non avrebbe dato il senso della partecipazione popolare che ha reso tanto celebre la giornata e che ne ha fatto una lotta della città per la città se avesse descritto, pur con tutto il suo carico di violenza, uomini, soldati, cannoni e cavalli immersi nella polvere. In un angolino, in basso a sinistra, Muzzi inquadra una giovane donna, Maria Mengoli, infermiera dell’ospedale Sant’Orsola, in atto di sollevare e portare via il giovane Speranzino Orlandini mutilato (perdette una coscia) nel corso dei combattimenti.
Non sapremmo forse nulla di questo episodio se lo stesso pittore, alla fine della carriera, non avesse riordinato i ricordi di una vita d’arte e, fra i tanti disegni tratti dai suoi quadri, fra i mille appunti, non avesse salvato trascrivendoli i nomi di questi due cittadini. Due presenze inconsuete, alle spalle di un uomo chiaramente in abiti civili se pure con in mano un fucile: un angolo di un dipinto che basta per raccontare l’orgoglio di una città.




Immagine nella pagina:
A. Muzzi, La cacciata degli austriaci da Porta Galliera l'8 agosto 1848, 1849 ca. (particolare), Museo civico del Risorgimento di Bologna

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Maggio 2019 (Numero 29)

Anonimo, Li 8 agosto 1848. La cacciata dei tedeschi da Porta Galliera dal Popolo Bolognese, 1848, Museo civico del Risorgimento di Bologna

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