Il salotto di Nonna SperanzaIl Morbo corre con insonne possa

di Marinette Pendola


Il primo focolaio individuato, quello di via Caprarie, non diede luogo a diffusione. I focolai segnalati il 13 giugno in via Pietralata e via del Porto ebbero invece una diffusione che potremmo definire esplosiva, così come furono altamente infettate la zona intorno a via Torleone e quella che si estendeva fra Porta Mascarella e Porta S. Vitale, in relazione con le acque di scarico del Canale delle Moline largamente inquinate dagli scarichi urbani, poiché vi s’immettevano le latrine e i rifiuti di molte case. Lungo il Canale di Reno, all'altezza di via della Grada e poi nella zona intorno a via Riva Reno e oltre, vi erano numerosi lavatoi; il Canale di Savena, che entra in città da Porta Castiglione, azionava alcuni mulini e alimentava alcune attività artigianali come quella dei tintori e dei cartolai.

Tutti i canali ebbero un ruolo nella diffusione del morbo ma pare fondamentale quello svolto dal Navile.
Infatti, almeno due persone su quattro che portarono il colera a Bologna giunsero in città navigando su quel canale o avevano un lavoro in rapporto con esso. L’analisi dei dati concernenti le categorie professionali mostra che furono maggiormente colpiti i lavoratori di casa e, in generale, le donne, non solo sguattere e serve ma soprattutto lavandaie, che morirono in numero maggiore rispetto agli uomini (55,1%). Quest’aspetto dell’epidemia bolognese appare assolutamente originale rispetto all'andamento della malattia nel resto del paese.

Gli uomini colpiti erano dediti a lavori umili, prevalentemente negli opifici. In sostanza, a essere interessate furono le zone della città attraversate dai canali, in cui si svolgevano attività legate al ciclo dell’acqua. Il nucleo centrale della città rimase relativamente protetto anche perché le acque per uso alimentare erano prelevate dalla fontana del Nettuno alimentata direttamente dalla sorgente Remonda. Le acque potabili bevute negli altri quartieri provenivano da pozzi nei cortili ed erano probabilmente inquinate dai pozzi neri.


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Scarichi delle fabbriche si gettano nel Canale Cavaticcio
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Maggio 2019 (Numero 29)

Anonimo, Li 8 agosto 1848. La cacciata dei tedeschi da Porta Galliera dal Popolo Bolognese, 1848, Museo civico del Risorgimento di Bologna

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