L’opera della nostra redenzione è compiuta

Come nasce una Costituzione

di Mirtide Gavelli

In queste parole, estrapolate dal discorso di insediamento dell’Assemblea Costituente Romana tenuto il 5 febbraio 1849, sta in nuce tutto il pensiero che, pur con mille sfaccettature, fu alla base dei lavori dell’Assemblea Costituente, partiti immediatamente all’indomani di quella cerimonia, lavori che, pur nell’emergenza dell’assedio che la Repubblica subì fin dai primi momenti ad opera di quattro potenze europee, si concretizzò in 106 sedute, spesso lunghissime, tenutesi fino al 3 luglio, giorno dell’entrata delle truppe francesi assedianti in città.

Decreto Fondamentale della Repubblica Romana (Miniatura 219x330 px)Ma facciamo un passo indietro: il tumultuoso biennio 1848-1849 aveva visto rivoluzioni in tutta Europa. Nella penisola italiana si accese la miccia, con il moto popolare scoppiato a Palermo il 12 gennaio 1848, ma si ebbe anche l’eccezionale esperienza costituzionale e democratica della Repubblica Romana, sorta di prova generale di democrazia popolare, proclamata il 9 febbraio 1849.

Lo Stato Pontificio, dopo i mesi della prima fase della Prima Guerra di Indipendenza, si era trovato ad essere governato da un Papa Re timoroso, terrorizzato dall’assassinio del suo primo Ministro Pellegrino Rossi, avvenuto il 15 novembre 1848 sulle scale del Campidoglio. Nonostante il parere contrario di tutti i suoi ministri, papa Pio IX era fuggito verso il Regno delle Due Sicilie, lasciandosi alle spalle un rischiosissimo vuoto di potere. Nel volgere di poche ore, i politici democratici che comunque non mancavano nel suo ultimo governo si erano attivati per evitare l’intervento di altre potenze europee.

Il tutto era avvenuto con una tempestività incredibile, testimoniata parola per parola nelle memorie redatte a posteriori, nei manifesti ufficiali e nelle leggi emesse man mano dalla Repubblica, e soprattutto nei resoconti a stampa dei lunghi lavori dell’Assemblea, pubblicati in forma integrale nel 1911 in occasione del primo cinquantennio dell’Unificazione. Seguendo il principio che il popolo non può rimanere senza un governo… (29 dicembre 1848), vengono immediatamente convocati i Comizi elettorali, ovvero le elezioni, fissate per il 21 gennaio 1849. Dovranno essere scelti 200 rappresentanti in tutto lo Stato Pontificio, con l’inedita procedura del suffragio diretto ed universale maschile, riservato a tutti i maggiori di 21 anni, senza più vincolo di censo. Eleggibili i maggiori di 25 anni che godessero dei diritti civili, non necessariamente cittadini pontifici: era sufficiente essere italiani. In pieno inverno, in un clima politico oltremodo instabile, con un preavviso di poche settimane, in una società dove mancava l’abitudine al voto, si recarono comunque alle urne 250.000 aventi diritto.

L’Assemblea Nazionale Costituente scaturita dal voto si riunì per la prima volta il 5 febbraio.


Immagine nella pagina:
Decreto Fondamentale della Repubblica Romana, Roma, 1849.

Pagina:
Precedente 1 | 2 | 3 | 4 Successiva

Maggio 2022 (n° 32)

Decreto Fondamentale della Repubblica Romana, Bologna, 1849, Museo civico del Risorgimento di Bologna

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑