L’immagine è chiara: un grande esercito straniero, forse il più potente d’Europa, occupa il Paese. La popolazione, stanca dei soprusi, si solleva in armi e, indomita, dopo una dura lotta costringe l’invasore straniero a ritirarsi.

No, non stiamo parlando del Risorgimento italiano… ma della guerra in Spagna durante l’Epoca Napoleonica. O almeno questa era l’immagine che molti patrioti italiani della prima metà del XIX secolo avevano di quel conflitto. Alcuni di loro del resto avevano vissuto quell’avventura in prima persona al seguito delle armate napoleoniche, altri finirono proprio in Spagna, quando esiliati in seguito al fallimento dei moti carbonari, a combattere
per la libertà durante le guerre Carliste.
Ad ogni modo, l’idea di una rivolta popolare contro l’invasore era un tema chiave per molti in Italia e le vicende spagnole sembravano aver mostrato come fosse una strada vincente, impiegabile perciò ovunque. Anche in Italia. Ne era convinto anche Giuseppe Mazzini, che a proposito della lotta per bande scriveva:
Nella Spagna, quei molti che nel torpore comune infestavano la contrada, o facean guerra al commercio col contrabbando armato, dato un segnale, diventarono tremendi ai francesi, e furono numerati tra i più caldi ausiliari della causa santa.
Il piano di Mazzini, diffuso tramite la Giovine Italia fondata nel 1831, riproponeva infatti l’obiettivo di un’Italia unita e repubblicana tramite una lotta per bande, una guerra spagnola in salsa italiana insomma. Diventava quindi necessaria una più larga partecipazione delle masse all’insurrezione, ottenuta a sua volta tramite migliore diffusione delle idee patriottiche, con un’azione continua di propaganda.
Eppure qualcosa nel suo piano non funzionò… i moti del 1833-1834 nei territori sabaudi e a Genova fallirono, così come altre piccole insurrezioni a Palermo, in Abruzzo, Lombardia e Toscana. La grande partecipazione popolare continuava a mancare e ogni tentativo veniva represso senza speranza, con molte vittime tra gli insorti. Di coordinazione su larga scala neanche a parlarne.
Immagine nella pagina: G. Barberis, Mazzini nella virilità (tolto da una daguerrotipia). Tratta da J. W. Mario, Della vita di Giuseppe Mazzini, ed. Sonzogno, 1886. Colorata artificialmente.