Il poeta epico per il popolo polacco, pellegrino per la libertà delle nazioni (K. Wyka) aprì la stagione del romanticismo polacco, non ha epigoni nel nostro panorama culturale e, con l’opera Il Libro della nazione polacca e dei pellegrini polacchi pubblicato a Parigi nel 1832, consegnava la causa polacca al mondo, attorniata da un’aura sacra. Per comprendere meglio il suo pensiero articolato è fondamentale il concetto di Messianesimo polacco, uno dei parametri culturali su cui si è fondata e costituita la Polonia moderna, secondo cui la Polonia sarebbe il Cristo delle Nazioni, e dalla sua sofferenza e dal suo sacrificio potrà generarsi un nuovo mondo, riscattato dalle afflizioni dei pellegrini polacchi, impegnati all’epoca anche sul frammentato territorio italico al grido per la nostra e la vostra libertà.
Non solo versetti dal sapore biblico, Mickiewicz si impegnò in prima persona, dall’Italia alla Crimea, formando e motivando legioni polacche nel nome del suo credo messianico. Esule frammezzo a popoli idolatri ‘come agnello tra i lupi’, la Polonia era portatrice di una missione universale. Un giorno risorgerà, e libererà i popoli dall’asservimento al Vitello d’Oro (J. Plumyène). Nel Libro della nazione polacca e dei pellegrini polacchi la Polonia Cristo delle nazioni, esattamente come Cristo dopo i patimenti risorgerà, il parallelismo sortisce un effetto consolatorio, dando a intendere che la Polonia risorgerà come Cristo è risorto, dal martirio della passione di Cristo alla redenzione, non solo della Polonia ma dell’intera umanità.
Negli anni Quaranta Mazzini seguì anche il corso di letteratura slava tenuto da Mickiewicz al Collège de France, i cui appunti troviamo nello Zibaldone Pisano. All’epoca Parigi era il centro della Primavera dei popoli ed era attraversata da esuli e sobillatori provenienti da varie parti d’Europa, in tanti seguivano i seminari e lezioni al Collegio e in tanti seguirono le lezioni del poeta polacco. Finalmente storia, filosofia e religione dei popoli slavi, in particolare quello polacco, vennero conosciute da tutti. Queste lezioni vennero seguite anche dal bolognese Domenico Santagata, fondatore dell’Accademia di Letteratura e Storia Polacca e Slava Mickiewicz, primo istituto italiano dedicato agli studi slavici, il cui valore andava oltre l’attività culturale tipica di qualsiasi istituto e, come ha scritto l’illustre polonista Marina Bersano Begey, l’ispirazione a una fraternità di popoli occidentali e slavi attuata su un piano di libertà e di reciproca indipendenza, che direttamente deriva dal poeta profeta polacco.
Immagine nella pagina:
Le tre sorelle Italia, Polonia e Ungheria, allegoria del 1848 (particolare).