Scienze e TecnologiaMazzini fa stampare i volantini

di Samuele Graziani

La prima immagine che si forma in mente con quelle tre parole è quasi certamente la Lettera 22 della Olivetti. E a qualche nostalgico sicuramente scende una lacrimuccia, anche se la ratio dà ovviamente ragione alla sua scomparsa in favore del computer. Ma la macchina da scrivere risale all’Ottocento.

Il cembalo scrivano di Ravizza (Miniatura 219x190 px)Tralasciando la prima cinquantina di tentativi a partire dalla Venezia del 1575 nei due secoli a venire, la prima ingegnosissima invenzione è del 1802 ad opera del conte Agostino Fantoni, che realizza una macchina per scopi umanitari: cercare di aiutare la sorella cieca. Pochissimi anni dopo, nel 1806, Pellegrino Turri perfeziona la macchina del suo amico e inventa la carta carbone, con cui la macchina funziona. Della macchina Fantoni-Turri non è arrivato a noi nessun esemplare, sono però conservate a Reggio Emilia alcune lettere da essa prodotte… e sembrano davvero fatte con una macchina moderna.

Nel 1827 Pietro Conti realizza e presenta all’Accademia delle scienze di Francia il tacheografo, un prototipo che va citato per onore di cronaca ma che non ha applicazioni pratiche, se non quella di essere ispirazione al successivo.

Nel 1837 l’avvocato Giuseppe Ravizza progetta il cembalo scrivano, ossia macchina a tasti, utilizzando tasti di pianoforte. Lo costruisce nel 1846, lo brevetta nel 1855. Questo è quello che è ufficialmente considerato il primo modello di macchina da scrivere. Ha una tastiera a 32 caratteri, il nastro inchiostratore, il campanellino di fine riga e la distanza di interlinea variabile. È geniale. Ravizza in tutta la sua vita costruisce una quindicina di modelli. Quasi tutti, tranne l’ultimo, hanno un difetto: il foglio è posizionato orizzontalmente, quindi non si vede quanto si sta scrivendo, la stampa si vede solo alla fine. Probabilmente questo limite fa sì che non venga riconosciuta l’importanza dell’oggetto. Ravizza partecipa a svariate Esposizioni, ottenendo molteplici medaglie, ma nulla più. Nessuno ne vede un possibile uso pratico che possa essere remunerativo e quindi nessuno ne finanzia una produzione in serie.


Immagine nella pagina:
Il cembalo scrivano di Ravizza.

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Maggio 2022 (n° 32)

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