An Italian Patriot in London

...ovvero, Fumo di Londra

di Andrea Olmo

Ed anche per accorgersi ed apprezzare gli aspetti positivi del Regno Unito e della sua Capitale. La libera iniziativa nell’industria e nel commercio, innanzitutto. Gli operai che stavano prendendo coscienza dei propri diritti e che si associavano per reclamarli, ma senza tentazioni violente, bensì richiedendo le necessarie riforme al Governo e senza dimenticare l’amore per il proprio Paese e il necessario rispetto per le sue tradizioni. E i politici locali che, liberali o conservatori che fossero, erano disponibili ad accordare quelle riforme, seppure con la prudenza e la gradualità proprie della politica britannica. Il sistema parlamentare, di cui Mazzini intuiva le grandi potenzialità. La capacità di appassionarsi e sostenere cause non proprie, inclusa la lotta per l’Indipendenza italiana. La feconda vita intellettuale. E infine, più di ogni altra cosa, la Libertà: Libertà di pensare, di parlare, di scrivere e anche di trovare qualcuno che pubblicasse ciò che si era scritto, senza dover temere di essere arrestato o incarcerato.

Lapide commemorativa (Miniatura 219x219 px)Ma soprattutto Giuseppe scoprì, con sua grande sorpresa, di essere conosciuto a Londra. Certo, non era un idolo della opinione pubblica britannica, come diventerà di lì a poco Garibaldi, ma era conosciuto tra gli intellettuali e i filosofi locali. Non da tutti apprezzato, ovviamente: per alcuni era Aaaah, Mazzini! Il patriota italiano!, per altri invece, Mmmmh, Mazzini: il rivoluzionario italiano… Ma tant’è, come diceva Oscar Wilde: Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.

Il patriota genovese cominciò a frequentare i circoli liberali londinesi, di cui facevano parte intellettuali come Mary Shelley, l’economista John Stuart Mill, e Anne Isabella Milbanke, vedova di George Byron, di cui Mazzini era stato grande ammiratore, politici come Ashurst e filosofi come il secolarista Holyoake. In particolare, Mazzini strinse una profonda amicizia con il filosofo scozzese Thomas Carlyle e sua moglie Jane, trasferendosi ben presto ad abitare a Chelsea, nei pressi della residenza della coppia.

Il rapporto tra Giuseppe e Thomas si consolidò sempre più e, negli anni, divenne tra le più importanti amicizie del patriota italiano. Carlyle difese più volte Mazzini dai suoi detrattori, in particolare nel 1844 quando subì un duro attacco dal Times, mentre Mazzini dal canto suo, pur non condividendo l’eccessivo individualismo del pensiero del britannico, scrisse sempre delle recensioni entusiastiche delle sue opere. Giuseppe riprese anche appieno la sua attività politica: nel 1840 fondò il giornale Apostolato Popolare e la Unione degli Operai Italiani, svolgendo anche una intensa attività di propaganda sul campo. Non era raro, infatti, trovare Mazzini nelle taverne londinesi, dove intavolava discussioni politiche con gli operai cercando, al contempo, di contrastare la diffusione delle idee di quello che fu, forse, il suo più grande avversario sul piano ideologico, il tedesco Karl Marx. L’uomo che voleva elevare il Popolo senza un Dio, senza libera iniziativa, senza diritto di voto, senza Nazione. Per Mazzini, praticamente una colossale bestemmia!

Nel 1841, realizzò una delle opere più importanti della sua vita: la Scuola Italiana, istituzione pensata per fornire una educazione e una istruzione ai bambini italiani presenti a Londra, e che fu finanziata da molti londinesi in vista, tra i quali anche Charles Dickens. Tra il 1846 e il 1847, inoltre, pubblicò i suoi Pensieri sulla Democrazia in Europa sul People’s Journal. Ormai, Giuseppe si andava pienamente integrando nella vita londinese, tant’è che, nel 1841, ebbe anche modo di assistere ad un evento mondano, la famosa regata tra Oxford e Cambridge, disputata sulle acque del Tamigi.


Immagine nella pagina:
Lapide commemorativa al n.183 di North Gower Street, Bloomsbury, Londra.

Pagina:
Precedente 1 | 2 | 3 | 4 | 5 Successiva

Maggio 2022 (n° 32)

Decreto Fondamentale della Repubblica Romana, Bologna, 1849, Museo civico del Risorgimento di Bologna

© 2005 - 2025 Jourdelo.it - Rivista storico culturale di 8cento

Registrazione Tribunale di Bologna n. 7549 del 13/05/2005 - Direttore Resp. Daniela Bottoni
🕑