Non è tutto oro quel che luccica

di Lorenzo Nannetti

Era però un’illusione: l’entusiasmo popolare non poteva mascherare la scarsa preparazione militare, i numeri ridotti di volontari rispetto al nemico e la forte mancanza di coordinazione tra gli sforzi. Nel 1848 erano state le difficoltà dell’impero austriaco (attaccato in Italia dai sabaudi mentre era in corso una importante rivolta in Ungheria e in generale un po’ in tutta Europa) a rendere più facile per le varie città ottenere la loro breve indipendenza… ma non appena le armate imperiali poterono riorganizzarsi e dedicarsi alla repressione, le città caddero infatti a una a una e la partita, almeno per il momento, finì.

I fratelli Attilio ed Emilio Bandiera (Miniatura 219x138 px)Mazzini tornò in Italia per unirsi alla Repubblica Romana durante la breve epopea della sua resistenza, ma anche lì militarmente la partita era già chiusa fin dallo sbarco del contingente francese guidato da Oudinot. I molti prodigi di valore dei volontari guidati da Garibaldi riuscirono solo a ritardare una fine che, in realtà, non fu mai davvero in dubbio. La cosa che più colpisce a questo punto è che Mazzini continuò a credere che la guerra per bande potesse avere successo senza mettere in dubbio la sua lettura del contesto italiano. Invece fallirono i tentativi del 1853 a Milano e del 1854 in Valtellina, mentre chiunque conosca la poesia La Spigolatrice di Sapri sa come andò a finire il tentativo di Carlo Pisacane del 1857. È forse l’ultimo tentativo che si possa definire moto mazziniano: Mazzini fornirà appoggio morale alla spedizione dei Mille di Garibaldi, ma è evidente ormai che il protagonista non è più lui. Né lo sono le sue idee.


Dobbiamo quindi considerare inutile l’intera esperienza mazziniana? No, tutt’altro. Mazzini ebbe un ruolo fondamentale proprio perché fu uno dei principali ideologi e trascinatori morali del Risorgimento… capace di ispirare generazioni intere di patrioti verso un’ideale più grande. Perfino i moti mazziniani, per quanto fallimentari, ebbero un ruolo fondamentale nel costruire figure di eroi e un intero ethos (la difesa di Roma e Venezia, il coraggio e abnegazione dei volontari…) attorno al quale catalizzare l’ideale di un’Italia unita e libera dallo straniero.
Come scrisse lui stesso dopo la morte dei fratelli Bandiera: hanno convalidato per tutta l’Europa l’opinione che una Italia sarà.
Voi potete uccidere pochi uomini, ma non l’Idea. L’Idea è immortale
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Immagine nella pagina:
I fratelli Attilio ed Emilio Bandiera.

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Maggio 2022 (n° 32)

Decreto Fondamentale della Repubblica Romana, Bologna, 1849, Museo civico del Risorgimento di Bologna

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