Il salotto di Nonna SperanzaVolete ridere?

di Marinette Pendola

A Grenchen, dove trascorre gran parte del suo esilio svizzero, Mazzini vive momenti di serenità che rimpiangerà in futuro. Per quanto riguarda l’alimentazione, in una lunga lettera alla madre del 30 novembre 1835, racconta nei dettagli la varietà della sua dieta quotidiana totalmente improntata alla gastronomia locale. Grenchen è collocato nel nord-ovest della Svizzera; è in un cantone di lingua tedesca che confina a nord e a ovest con cantoni di lingua francese. La posizione geografica ci aiuta a capire il tipo di alimentazione di quella zona poiché non esiste una cucina nazionale svizzera, ma tante cucine locali, riflesso delle grandi regioni linguistiche, e Grenchen appare legata dal punto di vista culinario all’influenza tedesca ma anche a quella francese.

Biscotti del Lagaccio (Miniatura 219x188 px)Quando Mazzini parla di carne bollita, fa senz’altro riferimento alle varie ‘potées’ tipiche del luogo; le carni con salsa quasi sicuramente sono spezzatini vari, come lo spezzatino di montone al latte (cose fatte di latte) o il pasticcio in crosta con carne e porri (pasticci di non so che cosa). Vi sono poi i pesci, quasi certamente trote (pesce di lago, s’intende), le ‘floutes’ di patate, tipiche della zona (patate schiacciate, farina, uova e panna, dorate in padella) in accompagnamento alle carni, ma anche probabilmente patate cotte in altri modi di cui Mazzini è ghiotto (vi è sempre poi un piatto di pomi da terra, in un modo o nell’altro, piatto favorito, che mangio sempre). Si tratta di una cucina che non si discosta molto da quella conosciuta dal grande esule (e vedete a un dipresso si tratta come da noi).

Antipatia nutre invece per le varie minestre, che non hanno niente a che vedere con quelle da lui conosciute. Si tratta spesso di zuppe di cui consuma solo il brodo poiché - confessa – ho conservato tutte le mie simpatie e antipatie. La cucina di Grenchen è ricca anche di pasticceria, in cui predominano le crostate di vario tipo. Una è particolarmente apprezzata da Mazzini e, poiché gli piace assai, vuole condividerne il piacere con la famiglia a Genova. Perciò, dopo un annuncio pudico (trascritto all’inizio di queste righe), invia la ricetta alla madre, ricetta che ha chiesto alle ragazze della pensione in cui vive. A queste ragazze si è legato d’amicizia al punto da farsi preparare da loro i biscotti del Lagaccio di cui ha nostalgia.

Si tratta di biscotti tipici del quartiere genovese del Lagaccio, adatti alla prima colazione. E facilmente immaginiamo Mazzini inzuppare questi biscotti nell’indispensabile caffè del mattino. La famosa torta, che diventerà per noi la torta Mazzini, è in realtà una crostata, poiché è formata da un involucro di pasta sfoglia che contiene una crema a base di uova, zucchero, mandorle e limone. Uova sbattute, zucchero, latte e panna rappresentano gli ingredienti di base delle crostate più semplici, tipiche della Franca Contea, una regione francese al confine con la Svizzera. La torta delle ragazze di Grenchen contiene due ingredienti preziosi per quei luoghi in quanto tipicamente mediterranei, le mandorle e il limone e, c’è da supporlo, assai graditi a Mazzini.


Immagine nella pagina:
Biscotti del Lagaccio.

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Maggio 2022 (n° 32)

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