Ricercando informazioni e studiando per questa nostra breve dissertazione abbiamo veramente faticato tantissimo, molto più del solito. Il motivo è strettamente legato alla tradizione dei costruttori di casseforti e serrature, nel cui campo vige la regola del security through obscurity: mantenendo segrete le informazioni tecniche si riducono i vantaggi degli attaccanti. Nell’epoca dell’informazione si capisce come questo sia un concetto superato, e la full disclosure, ossia rendere pubblici tutti i dettagli, permette agli esperti di analizzarli ed evidenziare più facilmente difetti e limiti. Insomma, in qualsiasi film i ladri hanno una copia della cassaforte da scassinare, e su questa studiano e ristudiano, provano e riprovano. Per cui l’idea di mantenere segrete le informazioni è facilmente superabile comperando una copia della cassaforte bersaglio e studiandola. È solo questione di tempo, come già detto. In realtà lo stesso discorso vale anche dall’altra parte della barricata, dove gli scassinatori rientrano quasi in una categoria professionale ben distinta all’interno dei criminali, e i media riportano le metodologie utilizzate in modo vago e impressionistico… insomma, attaccanti e difensori fingono di sapere poco gli uni degli altri.
Omettiamo qui la preistoria della cassaforte, potete guardare su qualsiasi sito internet e trovare gli stessi tre riferimenti, alle sale del tesoro egizie, alle porte bronzee greche, ai forzieri romani. Evidentemente tutti hanno copiato dall’unica fonte. E identicamente, tutti citano la diffusione della cassaforte grazie alla borghesia ottocentesca, periodo in cui la ricchezza si allarga da pochi eletti a una intera classe sociale per cui la necessità di proteggere i propri averi dai malintenzionati crea un nuovo mercato. E visto che l’Ottocento è il nostro periodo di riferimento, anche noi partiremo da lì, quando il problema della difesa dei propri averi economici, parallelo percettivo della difesa della propria sicurezza sociale, diventa un sentimento diffuso. E le casseforti si diffondono praticamente in contemporanea sia in Europa che in America.
Le casseforti, sino a quel punto costruite da abili artigiani, entrano nel processo industriale. E questo è ovvio, dati sia l’aumento della richiesta, come già anticipato, che la seconda rivoluzione industriale, essendo proprio quello il periodo. La parola chiave è acciaio. Evitiamo qui di fare una digressione dettagliata sull’origine e sulla produzione dell’acciaio, che interesserebbe solo agli appassionati di siderurgia… accontentiamoci di poche nozioni basilari. L’acciaio è una lega di ferro, la cui produzione è difficile e quindi costosa. Costosissima. Comprare una cassaforte in acciaio costa talmente tanto che può permetterselo solo una grande banca. D’altro canto le qualità fisiche dell’acciaio sono estremamente migliori rispetto a quelle di ferro e ghisa: l’acciaio è abbastanza duro da resistere al taglio e alla perforazione, ma abbastanza flessibile da resistere alla percussione.
Immagini nella pagina:
Serratura di sicurezza a combinazione meccanica
Componenti della serratura di Bramah, 1790