Il Tour poteva essere anche l’occasione per confrontarsi con celebri Studi come quelli di Padova, Bologna, Siena e, non a caso, il Grand Tour iniziò il suo sviluppo con il declino delle grandi università, creando una sorta di percorso alternativo, di tipo storico, artistico e culturale, alla formazione accademica tradizionale. Se invece la partenza avveniva dall’Inghilterra, la prima tappa obbligata era Venezia, città considerata una sorta di luogo del piacere e dell’amore libero, che non di rado preoccupava i genitori e di cui ci sono giunti racconti, nei diari di viaggio, di intrighi amorosi.
Da lì il Tour proseguiva a Firenze, culla del Rinascimento, non solo patria di artisti ma anche di poeti, architetti e intellettuali. Firenze viene descritta dai viaggiatori non come una città, ma come un’idea cristallizzata nel tempo, Firenze è il Rinascimento stesso, nata dal genio del suo popolo e dall’intuizione di un banchiere.
Ma la tappa privilegiata, la ragione più profonda per cui si veniva in Italia, era Roma, ossia la capitale della Res Publica. Roma era la terra della classicità, in cui i viaggiatori potevano vivere un’esperienza unica, circondati dai più importanti monumenti dell’antichità. Qui si approfondivano non solo gli studi di antichistica, intesa come studio dei monumenti del mondo antico, ma anche il diritto romano. In più Roma era la sede del papato, che aveva un ruolo rilevante sotto il profilo religioso e spirituale. A Roma quindi il Tour assume nuovi significati, non solo un percorso storico e artistico ma anche politico ed economico. Questo nuovo atteggiamento del viaggiatore si ritrova già nel Journal du Voyage di Michel de Montaigne, pubblicato due secoli dopo, nel 1774, in cui sono descritti con cura gli ambienti, i paesaggi, l’accoglienza, i caratteri, i riti e i costumi delle popolazioni, i cibi, le feste, la bellezza delle donne e dei luoghi, senza trascurare gli inevitabili disagi che si presentano. Il suo grande libro sul viaggio in Italia è in realtà il libro di un autorevole diplomatico e politico. Montaigne viaggiò attraverso le signorie e i principati, che avevano per lui un forte ruolo di insegnamento politico: gli Estensi a Ferrara, i Montefeltro a Urbino, i Malatesta a Rimini, i Medici a Firenze.
Immagine nella pagina: Micromosaico del XIX secolo