Maria Teresa Gozzadini

Storie di monti, di arti e di fette di lardo

di Chiara Albonico

15_gozzadini01Una foto d’epoca ci riporta il suo viso: una donna forse un tempo bella, l’espressione fiera, lo sguardo fermo e un po’ altero. È lei, la nobildonna Maria Teresa di Serego Allighieri, veronese con gocce del sangue di Dante nelle vene, a sposare nella primavera del 1841 il Signor Conte Cavaliere Commendatore bolognese Giovanni Gozzadini. Un buon partito, come diremmo oggi, che ebbe la capacità di riconoscere nella compagna colei che gli poteva corrispondere per cultura e per vivacità intellettuale.

Di una vita spesa accanto ad un marito sposato per amore, fatto già abbastanza inconsueto fra le famiglie della nobiltà del tempo, ci sono molti ricordi.

La maggior parte di essi ci sono stati tramandati proprio dal conte Gozzadini il quale, dopo aver perso la compagna di una vita nel 1882, decise di raccogliere e pubblicare le lettere con le quali Maria Teresa intratteneva rapporti con alcune delle personalità di maggiore levatura intellettuale e politica dell’Italia del tempo. Trasuda, dalle pagine di questo commosso ricordo, tutto l’affetto sincero e l’ammirazione per questa donna tanto che Gozzadini, con lo spirito illuminato che lo distinse sempre, non intervenne nelle lettere, non le parafrasò, ma si limitò ad accompagnarle e commentarne alcune, lasciando che fossero le parole stesse di Maria Teresa a rendere omaggio alla sua relatrice.

Gravata da un nome che le sapeva troppo di austriaco – Maria Teresa – chiese sempre di essere chiamata Nina.

Figlia di una moglie troppo giovane per il padre, una piccola e brillante donna veneta che a sua volta seppe circondarsi di letterati come Ippolito Pindemonte o Vincenzo Monti, Maria Teresa crebbe in un ambiente familiare nel quale sentiva parlare di letteratura, di politica e a bassa voce di patria, ma non di frivolezze.

Rimasta orfana di madre a 17 anni, le fu affidato il fratello, spesso cagionevole di salute, e di lì a poco tempo l’intera cura della casa, essendo il padre e lo zio poco propensi alle cure domestiche, spesso assenti e non di rado malati anche loro. In questa cura acquistò una posizione eccezionale; una tal quale emancipazione che rasentava quella accordata dalla abituale educazione alle signorine inglesi. Senza volerlo, Gozzadini ci fornisce un’altra immagine che la avvicina alle fanciulle inglesi: da buona camminatrice, amante delle montagne e delle salite (quante miglia percorre Elizabeth Bennet, la più instancabile camminatrice della letteratura inglese?) viene paragonata ad alcuni giovani che la andavano a trovare nella tenuta di Garagnago, in Valpolicella, e che per visitarla percorrevano chilometri non essendo slombati e infigardi come coloro che non girano per le città senza ricorrere ai fiacres, agli omnibus, ai tramways.


Immagine nella pagina:
Maria Teresa Serego Allighieri (Nina) Gozzadini, in una foto d'epoca
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Gennaio-Marzo 2010 (Numero 15)

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