
Amava la danza. Una delle sue più care amiche veronesi, Caterina Bon Brenzoni, la chiamava
angiolo della danza e la invitava a non esagerare, visto che più di una volta si era messa a letto malata per l’intera giornata salvo poi alzarsi la sera per non perdere il ballo. Con alcune eccezioni, soprattutto in fatto di cavalieri: al casino filarmonico di Verona erano costretti ad ammettere gli ufficiali dell’esercito austriaco ai quali, senza eccezione,
Nina rifiutava le danze così che quelli già da tempo in guarnigione a Verona si prendevan spasso, quando capitava qualche novellino, d’insinuargli d’andar a chiedere di ballare con Maria Teresa solo per il gusto di farsi beffe del novellino rifiutato.
Una zia di Maria Teresa, sorella del padre, si era sposata anni prima a Bologna con un Gozzadini.
Nell’estate del 1838, in occasione delle feste per il passaggio in Verona dell’Imperatore Ferdinando che andava a farsi incoronare a Milano, i Gozzadini furono invitati a Verona ospiti di casa Serego Allighieri.
Fu in questa occasione che Giovanni, figlio della Serego e di un Gozzadini, conobbe la cugina Maria Teresa. Con lei visitò Verona, poi Venezia, e fu infine ospite qualche giorno a Gargagnago, ma mentre lei lo trovava noioso e taciturno Giovanni prestava sicuramente più attenzione, per sua stessa ammissione, agli occhi azzurri della brillante cugina che alle bellezze dell’arte veneta.
Nella primavera dell’anno successivo si rividero a Firenze e, nel ritornare a Verona, Maria Teresa e il padre furono ospiti di casa Gozzadini. Qui Giovanni la chiese in sposa. Lei, forse sorpresa, rispose che non intendeva mutare stato né tantomeno abbandonare la sua Verona,
e che il cugino scusasse.
Immagine nella pagina: Salvino Salvini, ritratto di Maria Teresa Serego Allighieri Gozzadini (1812 - 1881), Biblioteca dell'Archiginnasio, Bologna