I ragazzi venuti dall'Argentina

La Legione Italiana a Bahia Blanca

di Andrea Olmo

Calfucurà, guerrigliero di talento e spregiudicato diplomatico, godeva del sostanzioso appoggio dei Federali, che potevano così colpire gli interessi dell’odiato Stato Libero di Buenos Aires, formalmente padrone dei territori argentini del centro-sud.

Legionario italiano (Miniatura 327x790 px)Proprio allo scopo di colonizzare e difendere questi territori, nel novembre 1855 Pastor Obligado fece sua l’idea di Olivieri e Mazzini e fondò la Legione Agricolo-Militare Italiana, cui venne assegnato un ampio territorio nei pressi della cittadina di Bahía Blanca, allora sperduto avamposto sulla costa argentina a sud di Baires. I legionari avrebbero potuto colonizzare e coltivare liberamente le terre assegnate, impegnandosi in cambio a contribuire alla difesa della piccola cittadina dai feroci indios. Comandante della Legione fu nominato Silvino Olivieri, che si gettò anima e corpo nell’ambizioso progetto, arruolando molti reduci della Legión Valiente, organizzando le strutture giuridico-amministrative della Legione Agricola e disegnando perfino la sua uniforme ricalcata sul modello di quella dei Bersaglieri.

Il 23 gennaio 1856 il primo scaglione di legionari si imbarcò alla volta di Bahía Blanca e apparentemente tutto sembrò andare per il meglio. Gli italiani furono accolti in trionfo dalla popolazione bahiense, il sito scelto per la colonizzazione, ribattezzato eloquentemente Nueva Roma, era fertile e ricco d’acqua e ben presto cominciarono a sorgere i primi edifici della nuova colonia e a registrarsi i primi matrimoni tra legionari italiani e ragazze del posto. Ma tutto ciò non era altro che mera apparenza. Purtroppo il nobile esperimento incontrò da subito delle enormi difficoltà che portarono di lì a poco al suo tragico fallimento. L’ottusa burocrazia e la corruzione che da sempre contraddistinguono i governi latino-americani, l’incapacità di alcuni ufficiali, la scarsità di materie prime, legname in particolare, e il mancato pagamento degli stipendi dei legionari, iniziarono sin da subito a seminare il malumore e a minare la fiducia dei coloni-soldati italiani.

Capro espiatorio della scontentezza dei legionari divenne inevitabilmente il povero Olivieri, che fu ingiustamente accusato di ogni nefandezza possibile, dall’eccessiva durezza, al nepotismo, alla corruzione. Consapevole che la sua stessa vita era a rischio e trovatosi ben presto solo a cercare disperatamente di mantenere vivo il sogno di Nueva Roma, nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1856 fu barbaramente trucidato da un gruppo di legionari ammutinati. A Baires lo sconcerto per quanto accaduto fu enorme e il governo considerò l’idea di sciogliere definitivamente la Legione. Fortunatamente si preferì optare solo per una profonda riorganizzazione del reparto. Incarcerati gli ammutinati e allontanati gli elementi meno affidabili, la Legione fu posta sotto il comando di due esperti ufficiali, il Colonnello Susini Millelire, sardo, ed il Maggiore Chiarlone, piemontese, anch’essi reduci della Legión Valiente del 1853. Il sito di Nueva Roma fu abbandonato e la Legione si acquartierò a Bahía Blanca alle dipendenze del locale presidio militare.


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Novembre 2012 (Numero 21)

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