La storia dell’ascensore è una storia ultramillenaria. Il primo documento che ne parla risale all’architetto romano Vitruvio, che riporta di un meccanismo per il sollevamento di persone realizzato da Archimede probabilmente nel 236 a.C. Il movimento era dato dagli animali per mezzo di una corda di canapa.
Famosi sono i 32 ascensori del Colosseo di Roma, apparecchiature sceniche che portavano gladiatori e bestie feroci dai sotterranei all’arena. In questo caso si trattava di carrucole e verricelli azionati da schiavi.
Indicazioni di elevatori si trovano in trattati di guerra medievali spagnoli e tedeschi, in cui tali macchine sono utilizzate per gli assalti ai castelli e alle fortezze nemiche.
Infine, l’ultimo illustre predecessore è la famosa chaise volante, la poltrona semovente che attraverso un passaggio segreto permetteva alla duchessa di Châteauroux di fuggire rapidamente e furtivamente… era una delle amanti di Luigi XV, a Versailles. Nel 1751 il dispositivo è purtroppo stato rimosso dal Marchese di Pompidour.
Per passare dalla preistoria alla storia dell’ascensore come lo intendiamo noi oggi, bisogna al solito arrivare all’Ottocento. E i personaggi e le tappe fondamentali non sono poi così tanti.
In ambito industriale, i primi ambienti in cui si sente la necessità dell’ascensore sono le miniere, e subito dopo le fabbriche. Gli studi per sostituire la forza motrice animale con macchine a vapore sono dell’inizio del secolo, il primo esperimento documentato con cavo di ferro è del 1829, il primo montacarichi a vapore, chiamato Teagle, è del 1835, attivato in una fabbrica inglese.
Così per tutti gli anni '40 iniziano a diffondersi ascensori e montacarichi a vapore prima e idraulici poi. La paternità dell’ascensore idraulico è attribuita all’inglese Thompson nel 1845.
Immagine nella pagina:
Un ascensore di Otis