Il salotto di Nonna SperanzaLa fanciulla e lo stradivario

di Marinette Pendola

Ciò che la stupisce è l’assenza di donne: ai cinesi infatti non è concesso portare le proprie mogli in quella città di confine. Si sofferma con dovizia di particolari sulla cena offerta dal capo di quella comunità (cinquantadue portate oltre a otto brodi diversi!), alla quale partecipa portandosi le posate e il pane. Non mostra di apprezzare particolarmente la cucina cinese. Di sicuro – scrive – un pranzo cinese non è per un europeo e soprattutto per un francese un capolavoro gastronomico poiché la cucina cinese ha per obiettivo la varietà e non la quantità e sarebbe accettabile se fosse meno grassa, se le spezie e soprattutto l’aglio fossero meno presenti e la carne di maiale meno utilizzata. A questa cucina preferisce quella più semplice di una tribù mongola cui rende visita nei giorni seguenti, che offre ai visitatori montone arrosto, formaggi, gran quantità di dolci e persino un eccellente champagne.

Diner chinois (Miniatura 218x158 px)La prima fase del viaggio di Lise in Siberia termina alla fine di ottobre 1848 con il suo ritorno a Irkutsk, in cui trascorre l’inverno. Il 15 maggio successivo, è di nuovo in cammino insieme alla famiglia del governatore e ai suoi fedeli compagni: la cameriera russa, il pianista tedesco e il violoncello. Soltanto alcuni giorni dopo apprende lo scopo del viaggio: raggiungere la città di Ochotsk e poi l’estuario del fiume Amur per prendere possesso di quest’ultimo in nome del governo russo, anticipando così le mosse inglesi. Ciò non scompone la musicista: sarà originale vedere partecipare una parigina che suona il violoncello, soprattutto se rimbombano le cannonate. Il viaggio inizia con l’attraversamento di piccoli paesi in cui sono accolti, secondo gli usi locali, con un vassoio di pane e sale.

Alla fine del viaggio – ironizza – avevamo tante saliere da poterne rifornire l’intera Russia. Si prosegue navigando sul fiume Lena in allegra compagnia, di buon umore e in buona salute. Man mano che ci s’inoltra verso le terre selvagge dell’est siberiano, l’umore della viaggiatrice si fa più cupo. Nel primo percorso verso sud aveva incontrato popolazioni dai costumi raffinati, ora si trova fra tribù primitive dall’aspetto ributtante: grosse teste, spalle larghe, lunghi capelli incolti e irti, il corpo avvolto di stracci e sorretto da gambe così gracili da somigliare a quelle delle scimmie. Cacciatori di animali da pelliccia, queste popolazioni praticano lo sciamanesimo e vivono in uno stato di comunismo assoluto che alcuni cervelli balzani vorrebbero introdurre in Europa; tutto è in comune qui: i campi, i raccolti, il bestiame… e il resto!
Il 21 giugno 1849 i viaggiatori arrivano finalmente a Jakutsk, un buco la cui unica curiosità è una fortezza in rovina. All’inizio di luglio raggiungono Ochotsk da cui salpano verso la penisola della Kamchatka.


Immagine nella pagina:
Diner chinois. Dessin de Foulquier (particolare).

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Novembre 2012 (Numero 21)

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