Questi brevi racconti sono stati prodotti durante il Laboratorio di scrittura tenutosi dal 28 febbraio al 20 marzo 2008 scorso e organizzato da Jourdelò. Spero diano a voi lo stesso piacere che hanno provato gli autori a scriverli e io a vederli nascere.
Nel prossimo numero pubblicheremo gli articoli degli altri partecipanti al laboratorio.
La casa dei nonni
Monica Peruzzi
La casa dei nonni a Viareggio, che mito!
La mia famiglia è sempre vissuta lontana dalla Toscana dove abitavano nonni, zii, cugini e io e mia sorella, appena gli impegni scolastici lo permettevano, eravamo impazienti di tornarci. I periodi più lunghi coincidevano con la chiusura delle scuole d’estate. Da giugno a settembre si abitava a Viareggio, nella casa dei nonni, tutti insieme. La camera degli ospiti diventava la camera dei miei genitori e noi dormivamo con loro, una nel lettone e l’altra su una brandina, un po’ accampati, ma insieme.
La casa era al primo piano, separata da due rampe di scale dal piccolo giardino pieno di ortensie colorate. Già dai primi gradini si sentiva il profumo della casa dei nonni. Era un profumo che sapeva di antico e di buono, un profumo che porto ancora con me.
Per loro il nostro arrivo era una festa. Ci aspettavano sempre alla fine delle scale, fuori dal tinello, anche il nonno nonostante una paresi gli impedisse di muoversi normalmente. Ci facevano trovare ogni ben di Dio e ogni nostro desiderio veniva esaudito.
Nella grande cucina al mattino c’erano sempre il caffellatte caldo e la focaccia appena sfornata. Poi ci si sedeva sulle due sedie di formica bianca appoggiate al muro a chiacchierare con la nonna, prima di andare al mare. Il nonno andava tutte le mattine a fare la spesa con grande fatica ma con gioia perché voleva essere lui a comprarci le cose che ci piacevano di più. La sera poi tutti insieme a mangiare intorno alla tavola di formica bianca in cucina, dopo una giornata di sole e di bagni. Quando arrivavano gli zii da Pisa ci si trasferiva a cenare nel tinello. Quante chiacchiere, quante risate, quanti ricordi: i giochi a carte col nonno, noi due sedute in mezzo a loro sui braccioli delle poltrone a guardare la tivù la sera, l’odore della pizza quando gliela portavamo a casa dalla pineta la sera, lo scintillio di felicità nei loro occhi per averci lì per tre mesi…
Avrei voluto tornare nella casa dei nonni prima che venisse chiusa, per riassaporare gli odori, i sapori, le sensazioni di quei momenti, ma, senza di loro, sarebbe stata vuota, senz’anima. Alcuni anni fa sono passata davanti a quella casa ma i miei ricordi di bimba stonavano con quello che i miei occhi osservavano in quel momento. Non solo sembravano diversi i luoghi ma anche gli spazi. Avrei voluto fermarmi per rientrare in quel piccolo giardino, salire le scale, rivedere le stanze, riafferrare i ricordi. Ma non era più quella casa. Da quel momento ho preferito ricordarla com’era allora. E come rimane per me: la casa dei nonni a Viareggio d’estate.