L’evento della XVI edizione del Gran Ballo dell’Unità d’Italia è dedicato al 1848.

Sulla scia dei festeggiamenti che hanno tanto interessato il 150° Anniversario dell’Unificazione Italiana,
8cento intende ricordare un pezzo di storia locale divenuta tappa fondamentale per la liberazione della città felsinea: il lontano 1848 quando i veri protagonisti del conflitto furono, assai più degli eserciti regolari, le numerose formazioni volontarie, con le loro uniformi spesso pittoresche nelle quali si manifestò l’incontenibile slancio degli italiani a correre alle armi per la libertà e l’indipendenza della Patria.
Viva l’Italia! Scrivo come mi detta il cuore. Viva Bologna, che sola, senza alcun materiale di guerra e senz’armi, ha saputo col valore che ispira l’amore della patria e della libertà, cacciare lo straniero fuori dalle sue mura. La difesa fu eroica! Anche il popolo minuto ha mostrato come per istinto ami la patria, e quanto sia l’odio che porta lo straniero. Scrive in proposito il più esimio autore della Cronaca di Bologna, Enrico Bottrigari.
Liberamente tratto dal memoriale scritto tra il 1880 e il 1883 da Luigi Paioli, un popolano bolognese animato da un forte spirito patriottico, il Gran Ballo dell’Unità d’Italia darà vita ad alcune vicende del 1848 bolognese, mettendo in scena, oltre alle danze che immaginiamo abbiano animato le feste pubbliche di allora, episodi descritti dal Paioli stesso che aveva partecipato in prima persona alla difesa della città. In seguito al proclama lanciato dal feldmaresciallo Welden e alle sue continue minacce verso la popolazione, i Bolognesi cominciarono a preparare la difesa: le Guardie Civiche si occuparono di mantenere l’ordine pubblico e il popolo si armò
alla bell’è meglio con fucili da caccia, armi da taglio, arnesi da lavoro, preparando barricate e divenendo protagonista di massa di una rivolta anti-straniero.
Immagine nella pagina: Bologna, Fatto della Montagnola, 8 Agosto 1848, incisione all'acquaforte acquerellata