Le dovizie La povertà Il sapere L’ignoranza Gli onori Le ambizioni Tutto qui Misto Accavallato e Confuso Questa scritta, che in poche parole coglie a pieno il senso della vita, campeggia su una lapide di un piccolo cimitero del sud, terra di campagna rossa e sassi bianchi, di vento e mare, terra arida di sole, che è facile amare e odiare con la stessa intensità.
Il sud, terra magica di riti e credenze che oggi sono diventate solo oggetti di moda, spesso purtroppo priva di contenuti.
Terra di ragni, scorpioni e serpenti, che nei secoli passati (si trovano cenni sui fenomeni di tarantismo già in documenti del 1300 e del 1400, ma probabilmente l’origine del fenomeno risale a tempi ancora più antichi) hanno punto, morso e rimorso, accanendosi per lo più sulla povera gente, contadini privi spesso di tutto, analfabeti che vivevano in case di una sola stanza senza servizi, per i quali un piatto di minestra spesso rappresentava un miraggio.

Donne e uomini, ma in generale donne, senza diritti di sorta, condannati alla delusione costante di qualunque aspettativa di vita o speranza di riscatto sociale.
In questo misero contesto, l’unica possibilità di sfuggire a una realtà che ci si cuce addosso così stretta da soffocarci, è quella di avere accesso a un mondo magico-rituale-religioso che ci trascende; è solo così che il contadino può diventare barone, la donna umile e analfabeta può improvvisamente parlare lingue sconosciute, la gente invisibile può diventare per qualche ora protagonista, prima di sprofondare nuovamente nel nulla.
Immagini nella pagina: Musicisti impegnati nel rito della taranta Tarantata a Lizzano (TA) durante il rito di guarigione dal tarantismo, presso la masseria San Vito (anni Cinquanta del '900 - autore del servizio fotografico fu Ciro de Vincentis di Grottaglie)