Poi, oh musica, la tua voce svanisce:
e io mi accascio, vulnerabile,
inutile, spento, povera cosa vinta,
senza vita, buttata nell’angolo,
senza speranza..ma poi…
All’improvviso ecco, oh musica, la tua voce
di nuovo e io balzo in piedi
e tutto ricomincia, il mio sangue turbina
e volo e volteggio nel tramonto
al cantodolce al cigno, che sa che muore.
Poi finisce, poi ricomincia e di nuovo
figure ineffabili, immortali, divine,
per sempre lungo il mio viaggio, e ancora;
ti amo danza, vivo per te,
ti dedico ogni mio istante, la mia vita intera.
Questa sarà per me, divino Orpheo,
la tua e la mia gloria, il tuo eterno ritorno
da quando così stabilì Diòniso l’androgina,
Signore delle anime, della primavera;
Dio della pazzia e folle lui stesso:
Padre e Madre del mio cuore e del mio Ballo.