La Trafila Romagnola di Garibaldi

di Sanzio Campanini

Anita morente (Miniatura 219x198 px)Trafila: Con questo nome viene indicata la catena di patrioti, in genere mazziniani, che, in gran segreto e facendosi forti dell’esperienza clandestina della Giovine Italia, della sua rete di contatti e della fede incrollabile negli ideali da essa propugnati, organizzarono quello che all’epoca venne definito lo scampo o il trafugamento di Giuseppe Garibaldi e degli uomini che con lui erano giunti in Romagna.

A circa un chilometro vidi allora i tre baragozzi arenati, ed una calca di gente che sbandavasi per diverse direzioni. Corsi di lena a quella volta, e già poco ne distavo, quando un uomo che all’incedere giudicai essere Garibaldi, s’offerse al mio occhio intento, nell’atto di guadare, con una forma femminina su le braccia, e seguito da un terzo personaggio, nel quale ebbi poi a riconoscere il capitano Leggero, il tratto di superficie acquea che interponevasi fra i baragozzi e la spiaggia asciutta.

È lui, è lui, dissi allora tra me, studiando il passo, mentre Garibaldi sorreggeva la moglie fino alle prossime dune. Come li ebbi raggiunti, il Generale pronunciò il mio nome con voce di lieta sorpresa, e fè atto di accostarsi. Ma avendo io osservato, poco lungi, un individuo che la curiosità spingeva verso di noi, mi posi un dito in croce sulle labbra, onde raccomandargli il silenzio. Quell’individuo aveva fermato il passo. Mi volsi a guardarlo. Era uno dei tanti poveretti che sogliono percorrere la marina, in busca di legna respinta dal mare. Lo conoscevo di lunga mano, sotto il nomignolo di Baramoro, col quale, a Comacchio, sua patria, veniva generalmente designato. Il suo vero nome era Battista Barillari. Non avendo meco il Vitali, ed abbisognando dell’opera altrui, chè l’Anita non poteva reggersi in piedi, lo invitai ad appressarsi. Egli accorse sollecito. Baramoro, gli dissi quando mi fu vicino, additandogli il capanno di una certa vedova, della quale duolmi non ricordare più il nome, vedi tu quel casolare? Lo vedo rispose l’interpellato. Ebbene, bisogna guidarvi questi miei amici, intanto che io accudisco ad altre faccende. La signora è molto ammalata; è necessario sostenerla. Va, ti seguo… Baramoro e Garibaldi si fecero puntello all’esausta donna, quegli dal lato destro, questi dal sinistro, e la piccola comitiva, fra cui Leggero a breve distanza, si avviò alla volta del casolare indicato.


Immagine nella pagina:
P. Bouvier, Garibaldi e il maggiore Leggero trasportano Anita morente (particolare), 1864
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Luglio 2020 (n° 30)

Composizione di divise garibaldine del Museo civico del Risorgimento di Bologna su sfondo di bandiera patriottica del 1848

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