Il 29 dicembre del 1855 Giuseppe Garibaldi firmò l’atto di compravendita di circa la metà dei terreni di Caprera, per poi stabilirvisi definitivamente nel 1856. Fu l’inizio di un profondo rapporto con la Sardegna che durò circa 26 anni, sino alla sua morte, avvenuta sull’isola il 2 giugno del 1882.
Dopo due lunghi periodi trascorsi in esilio nel Nuovo Mondo, che lo videro protagonista della storia sudamericana, e durante i quali iniziò a formarsi il mito dell’uomo degli ideali di libertà, Caprera divenne il luogo in cui Garibaldi decise di soggiornare con la sua famiglia tra un’impresa e l’altra. Qui si occupò personalmente di costruire la propria abitazione e avviare un’azienda agricola efficiente e all’avanguardia, ispirandosi alle
fazendas sudamericane.
Lo studio di libri specializzati, l’osservazione attenta dell’ambiente, e soprattutto la tenacia nel perseguire un progetto altamente ambizioso, ebbero come risultato, dopo un importante opera di bonifica, la realizzazione di un’agricoltura razionale che permise la coltivazione sull’isola di vigneti, uliveti, frutteti, campi di frumento e orti. Con il sapiente supporto di ingegneri qualificati venne studiato un complesso sistema idrico, necessario all’approvvigionamento delle acque piovane, attraverso la costruzione di canali e pozzi con pietre granitiche, lasciando tuttavia intatte le peculiarità del territorio.
Ai margini della fattoria vennero introdotti alberi ad alto fusto, dei quali sono rimasti alcuni pini, ginepri, frassini e carrubi, oggi imponenti alberi monumentali.
Immagine nella pagina: La casa di Garibaldi a Caprera