Il nostro tricolore

molto più di una bandiera

di Otello Sangiorgi

Tricolore 2 (Miniatura 219x271 px)Nella bandiera del successivo Regno Italico (1805-1814), di cui il Museo del Risorgimento conserva un esemplare di provenienza militare, rimasero i colori bianco rosso e verde, ma la loro disposizione mutò in una specie di composizione geometrica formata da quadrati, rombi e triangoli: la bandiera assunse così una struttura che sembrava quasi fatta apposta per potervi accampare al centro gli stemmi nobiliari, reintrodotti in quegli stessi anni da Napoleone: un tricolore, certamente, non più egalitario e democratico, ma in qualche modo aristocratico. Le società segrete che, negli anni successivi alla caduta di Napoleone, promossero i moti liberali in Italia, non adottarono il tricolore: la bandiera dei rivoluzionari napoletani del 1820-1821 era azzurra, nera e rossa, i colori della Carboneria, una società internazionale diffusa in tutta Europa, la quale non aveva al centro del suo programma la soluzione del problema nazionale.

Tricolore 3 (Miniatura 219x210 px)Con la rivoluzione del 1831 il tricolore tornò in auge, sebbene attraverso forme estremamente differenti: strisce orizzontali, verticali, composizioni a triangoli... Nel Museo del Risorgimento esiste una sciarpa dove l’ordine dei tre colori è diverso e il bianco non è al centro: un tricolore fai da te, insomma, che sembra riflettere lo spirito stesso della rivoluzione del 1831, priva di un vero ideale unificatore, secondo la feroce critica che ne fece Mazzini.

Alla fiammata rivoluzionaria e patriottica del 1848 corrispose una grande esplosione del tricolore: non soltanto esso fu adottato da quasi tutti gli stati italiani preunitari ma, a mano a mano che gli ideali nazionali si diffusero a livello popolare, anche i colori nazionali vennero sempre più veicolati attraverso oggetti di uso comune, soprattutto nell’abbigliamento (scialli, panciotti, foulard, spilloni, ecc.). I volontari che partivano per la guerra contro l’Austria al grido di Italia libera, Dio lo vuole si appuntavano al petto una croce tricolore: simbolo di un ideale patriottico rivestito di forme religiose, secondo lo spirito dell’epoca. Analogamente, le idee del neoguelfismo traspaiono dai colori e dalla forma di coccarde che sono bianche e gialle al centro, e bianche rosse e verdi verso l’esterno.

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Maggio 2021 (n° 31)

M. Rignanese, L’imperatore, il sindaco e la guerriera, 2021

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