Il soggiorno del Generale Garibaldi in Ravenna è stato festeggiato in maniera degna di colui che ha tante volte esposto la propria vita a favore della indipendenza italiana… Nel giorno 22 il Generale volle rivedere i luoghi nei quali dieci anni or sono, quando l’Italia ripiegavasi di nuovo sotto la straniera signoria, trovò prodigiosamente uno scampo contro gli artigli austriaci. Visitò la Pineta, e fece sosta alle Mandriole nella casa di Stefano Ravaglia, quegli che ebbe il vanto di ospitarlo allorché la evangelica carità della Corte di Roma ne faceva delitto di alto tradimento! Rivide col Ravaglia tutti gli altri che dierongli securtà, e modo di salvazione, ed a questi provò come conservasse viva memoria di ricevuti servigi.
Ma la commozione del rivedere quei luoghi, a cui lo legano le amare ricordanze delle patite sventure, e le dolci memorie dell’ospitalità ricevuta, si accrebbe a dismisura allora che il Generale recossi alla chiesa in cui giacevano le ceneri della di lui consorte. Accolto dal paroco, ed avvicinatosi insieme ai suoi due figli sopra di esso depose fiori e ghirlande, mentre la popolazione stava mestamente riguardando questa scena di affetto… Nel susseguente giorno poi le ceneri della consorte furono trasportate dalle Mandriole a Bologna, accompagnate fino alle porte di Ravenna dal concerto musicale di Sant’Alberto, e dai giovani reduci dalle battaglie italiane. Da Bologna saranno quindi recate a Nizza…
Monitore di Bologna, 26 settembre 1859
Ma chi era questa giovane donna sudamericana morta nei dintorni di Ravenna di febbri malariche il 4 agosto 1849, poche settimane prima di compiere i 28 anni?
Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva era nata il 30 agosto 1821 nella frazione di Morrinhos, municipio di Laguna, nello Stato di Santa Catarina, facente parte, allora, dell’Impero portoghese (l’indipendenza del Brasile data giusto un anno dopo, il 7 settembre 1822). Terzogenita di dieci figli, per lo più morti in tenera età, ebbe un’infanzia e un’adolescenza difficili e poverissime, ma della sua vita precedente all’incontro con Giuseppe Garibaldi si è molto scritto.
Immagine nella pagina:
Anita in fuga nella foresta brasiliana con in braccio il neonato Menotti, Litografia Rossetti, Milano, 1860 (particolare)