
Sull’italianità di Napoleone tanto si è scritto.
Nella prefazione del libro
Note autobiografiche del Gen. Teodoro Lechi, edite da un discendente dell’ufficiale napoleonico negli anni ’30 del secolo scorso, si legge:
Napoleone, al quale noi siamo grati per aver acceso la prima fiaccola dell’unità della patria e per aver chiamato alle armi gli Italiani, che egli stesso definì tra i migliori soldati d’Europa. La frase è di Mussolini, il quale, pur di esaltare i trascorsi dell’esercito patrio ad evidenti fini propagandistici, in virtù delle sue origini era disposto a concedere gran rilievo all’imperatore degli odiati transalpini, ai quali di lì a poco avrebbe sciaguratamente dichiarato guerra!
È comunque vero che la famiglia di Napoleone fosse a tutti gli effetti italiana. Il ramo paterno proveniva dalla Toscana, mentre la madre Letizia Ramolino era còrsa. La Corsica, per secoli sotto il dominio della Repubblica di Genova, fu annessa alla Francia nel 1768, poco dopo essersi proclamata indipendente. Napoleone nacque ad Ajaccio l’anno successivo, il 15 agosto 1769. Formalmente francese, quindi, ma in un territorio ed in una famiglia che da sempre erano italiani. In casa i Buonaparte (così era il cognome originale) parlavano italiano, cosa che a Napoleone comporterà non poche difficoltà allorché andrà a studiare in Francia. Pare infatti che, a causa della sua pronuncia, venisse regolarmente preso in giro dagli altri cadetti della scuola di artiglieria.
Negli anni a venire Napoleone avrà sicuramente un rapporto privilegiato con l’Italia, ma non di indulgenza: egli infatti tratterà territorio e popolazione con modalità non diverse da quelle utilizzate per gli altri
stati vassalli della Francia.
Ma andiamo per ordine. A seguito della Rivoluzione la Francia, una volta rintuzzati i tentativi di invasione da parte dei paesi nemici e consolidati i propri confini, inizia ad affacciarsi in Europa in cerca di conquiste. Uno dei principali obiettivi fu proprio l’Italia: in primo luogo perché era uno stato limitrofo e averne il controllo rappresentava un’evidente difesa dei propri confini, inoltre nel nord dell’Italia stazionavano gli Austriaci, che rappresentavano per la neonata Repubblica francese una costante minaccia. Infine, perché la posizione geografica avrebbe consentito - almeno nei piani iniziali - di contrastare nel Mediterraneo l’egemonia navale dell’Inghilterra, acerrima nemica della Francia anche nelle coalizioni a venire.
Immagine nella pagina: A. Appiani, Ritratto di Napoleone, 1805