Luigi Pizzardi (1815-1871)

di Elena Musiani

Mutuo Soccorso (Miniatura 219x151 px)Luigi divenne dunque il perno economico e politico della famiglia nella stagione della costruzione della nazione italiana. Il suo nome, oltre ad essere legato ai successi economici delle tenute di famiglia, fu spesso citato nella storia della solidarietà e della beneficenza cittadina. Fu infatti presidente di numerose società di mutuo soccorso cittadine: dalla Società di Mutuo Soccorso dei Barbieri e Parrucchieri, di cui fu il primo presidente, alla Società di Mutuo Soccorso dei Macellai.

Partecipò poi alle iniziative della Società Operaia maschile, il più grande sodalizio mutualistico cittadino sorto nel 1860 per iniziativa di Livio Zambeccari. A Luigi fu affidata la presidenza del Comitato di Provianda, uno spaccio interno alla Società voluto per frenare i rincari dei prezzi di pane e farina, ma soprattutto Luigi fu scelto come primo presidente della Banca popolare di Credito, sorta nel marzo 1865, sempre su iniziativa dell’Operaia, sulla base dei modelli europei delle Casse di credito a base cooperativa, che operavano per diffondere il credito e il risparmio fra i soci contribuendo a combattere l’usura.

Azione banca Popolare (Miniatura 219x311 px)Nell’ambito dell’Operaia il marchese Luigi operò inoltre per il miglioramento dell’istruzione e dell’educazione dei cittadini: fu infatti tra i promotori del Comitato per l’istruzione della Società Operaia voluto da Quirico Filopanti al fine di sostenere l’istruzione e l’educazione dei cittadini tramite la promozione di corsi e conferenze per operai. Fu inoltre primo presidente del Regio Istituto o Ricovero di Mendicità Vittorio Emanuele II, sorto con un decreto del 4 febbraio 1860 su iniziativa del Governatore Luigi Carlo Farini, in un’ottica di rinnovamento dell’aspetto urbanistico e sociale della città.

Luigi fu scelto per traghettare la città dalla dominazione pontificia al nuovo Regno. Il 25 ottobre del 1859 fu eletto Senatore (Sindaco) di Bologna. Una posizione in cui rimase tuttavia per breve tempo poiché già il 29 ottobre del 1861 si dimetteva per motivi di salute, ma più probabilmente perché contestato per le sue scelte politiche. Il problema sorse nel settembre del 1861 quando in città si verificarono dei disordini popolari a causa del rincaro dei prezzi dei beni di prima necessità e sulla piazza Maggiore di Bologna furono lanciate in aria le frutta, il burro, le ricotte e quant’altro capitava fra le mani del popolino.

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Maggio 2021 (n° 31)

M. Rignanese, L’imperatore, il sindaco e la guerriera, 2021

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